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Ritratto

Renzo Maggi, creatività educativa

Dall'illustrazione al fumetto, dalla grafica alla scenografia, dalla cartellonistica all'insegnamento, dal Carnevale ambrosiano ai giochi, ha sempre messo estro e inventiva a servizio degli altri, lavorando per Fom, Pime e diversi editori

di Stefano GORLAgià Direttore de «Il Giornalino»

23 Maggio 2021
Alcuni lavori esposti alla mostra

Renzo Maggi (Bovisio Masciago 1926 – Milano 2001) è stato un prolifico e misconosciuto disegnatore, un fumettista che ha sempre messo le sue capacità a servizio degli altri, lavorando con quello che lo ha caratterizzato maggiormente: la creatività. Artigiano, educatore, animatore, Maggi ha praticato ogni sentiero del visuale: l’illustrazione, il fumetto, la grafica pubblicitaria, la scenografia, la cartellonistica con ampie puntate verso la standistica, l’insegnamento. Aveva una visione dinamica e alta del suo lavoro. È stato un vero vulcano d’idee che ha saputo mettere la sua matita a servizio del lettore e, non di rado, dell’educazione.

Attivissimo nel campo dell’editoria cattolica, fu tra le colonne della rivista Italia missionaria del Pime, dove disegnò fianco a fianco con il fratello Filippo per oltre cinquant’anni. Da sempre collaboratore della Fondazione oratori milanesi, per decenni creò, disegnò e coordinò il Carnevale ambrosiano dei ragazzi. Collaborò con oltre 15 case editrici, dalla Vallardi alla Mondadori, e curò una pletora di pubblicazioni. Versatile nel fumetto come nell’illustrazione, con scioltezza passava dal disegno realistico a quello umoristico, rilevando una particolare abilità nel visitare tutte le sfumature del comico, dalla freddura alla battuta solare. Il gioco verbale e grafico ha sempre appassionato Maggi, che ha praticato ed esplorato ogni figura retorica e ogni espediente narrativo attraverso testi sagaci e geniali realizzazioni grafiche. Maggi ha messo per anni a disposizione i suoi talenti, regalando emozioni e giochi a un gran numero di ragazzi.

Se la sua mano era felice nell’usare il pennello, con tutto se stesso si dedicava all’animazione: Grandi Giochi Robinsoniani, giochi da tavolo, ambientazioni fantastiche, costumi e oggetti da costruire. Fu sempre disponibile a organizzare grandi raduni di ragazzi e spese i suoi anni a insegnare i «trucchi del mestiere» a giovani educatori. Una preoccupazione non l’ha mai abbandonato: ogni ragazzo doveva trovarsi a suo agio nell’attività proposta. Per questo Maggi desiderava una macchina organizzativa che non lasciasse nulla al caso, accompagnata da slanci generosi ed entusiasmo. Fra le tante imprese, nate grazie all’incrollabile fiducia nei ragazzi, non possiamo dimenticare la grande iniziativa lanciata dalla Fom eItalia missionaria a metà degli anni Ottanta del secolo scorso: 14 mila ragazzi riuniti per leggere e riflettere su un fumetto, e il fumetto era di Maggi.

 

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