Il Concilio Vaticano II ha affermato il carattere universale della vocazione cristiana e le assemblee sinodali successive hanno mostrato l’importanza delle diverse forme vocazionali: laicale, sacerdotale e consacrata. Tuttavia i processi culturali della modernità hanno portato soprattutto le nuove generazioni a sentire la parola «vocazione» distante dalla vita. La cultura del provvisorio ha reso assai difficile prendere decisioni «per sempre». Per questo è necessario riscoprire il senso antropologico e teologico della vocazione, che si realizza sempre nell’assumere una concreta forma di vita all’interno della comunione ecclesiale.
Nasce con questo intento Vocazione e forme della vita cristiana. Riflessioni sistematiche di monsignor Paolo Martinelli, frate cappuccino, vescovo ausiliare Milano e vicario episcopale per la vita consacrata della diocesi di Milano, dopo una ultraventennale esperienza come docente alla Pontificia Università Gregoriana, alla Pontificia Università Antonianum e all’Istituto francescano di spiritualità, di cui è stato anche preside. Consultore della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, è autore di studi nell’ambito della teologia spirituale e fondamentale.
Il volume (Edb, 440 pagine, 32 euro, prefazione del cardinale Angelo Scola) affronta le problematiche citate alla luce della circolarità tra il concetto di vocazione e quello di forme della vita cristiana o «stato di vita», cercando di sviluppare un confronto con le diverse posizioni teologiche in proposito e, in particolare, con il pensiero di Hans Urs von Balthasar.