Con il pontificato di papa Francesco, l’idea della necessità di uno sviluppo umano integrale, proposta quasi sessant’anni fa da Paolo VI, è tornata d’attualità, penetrando nel dibattito pubblico internazionale. L’ideale di uno sviluppo umano integrale è infatti un’alternativa credibile e potente a quel sistema liberistico che non solo sta alla base della cultura dello scarto, ma che è altresì divenuto ideologia egemone e dogma incontrastato.
Si tratta di una prospettiva di grande interesse a cui Munera, rivista europea di cultura, ha scelto di dedicare il secondo numero del 2023, raccogliendo una serie di contributi in collaborazione con la rete internazionale Contemporary Humanism.
I contributi
Se Stefano Biancu (Italia) ha approfondito la categoria – al contempo culturale e valoriale – di umanesimo, João Manuel Duque (Portogallo) si è confrontato con la possibilità di un nuovo umanesimo non riduzionista nell’epoca del post-umanesimo riduttivo. Andrew Mckenzie-Mcharg (Australia) ha sottolineato la necessità di partire dalle marginalità, Chiara Pesaresi (Francia) dall’accettazione dell’invalidità, Silvia Conti (Italia) da una rinnovata attenzione al reale. Michael Bourgatte (Francia) si è interrogato su che cosa tutto questo significhi nella nostra epoca digitale.
Completano il numero un toccante ricordo di Maria Rosa Antognazza, già membro del comitato scientifico di Munera, a cura di Laura Palazzani, le immagini dello scultore Nicola Sebastio (1914-2005) sulla sorprendente contemporaneità dell’antica arte egizia, presentate da Maria Antonietta Crippa e Ferdinando Zanzottera, e un richiamo, a cura di Paolo Branca, ai valori del dialogo e della diversità.
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