Con lo spreco alimentare si potrebbe sfamare il 30% della popolazione del nostro pianeta, visto che 1/3 del cibo che viene prodotto va a finire nella pattumiera. Solo in Italia quello che si butta via dalla tavola vale l’1% del Pil, ovvero 16 miliardi di euro: nelle nostre case la voragine degli sprechi pesa 145 kg annui a famiglia, per un costo di 360 € (fonte: Osservatorio Waste Watcher). Oggi gli ipernutriti (obesi) sono quasi il doppio dei denutriti (800 milioni di persone). Il 50% della popolazione mondiale potrebbe nutrirsi in maniera sufficiente con gli sprechi alimentari.
Non stupisce quindi che Andrea Segrè, agroeconomista, autore del nuovo libro Mangia come sai. Il cibo ci nutre o ci consuma? (Editrice missionaria italiana, pp. 96, euro 9) definisca l’atto del mangiare al contempo agricolo, economico, ecologico, etico e politico». Come appunto scrive in questo saggio, in libreria dal 16 marzo. Lo presenterà a breve anche a Link festival a Trieste, a Educa Festival a Rovereto, a Oriente Occidente Festival e alle librerie Ambasciatori di Bologna martedì 2 maggio, in dialogo con l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi.
Il volume suggella l’ideale trilogia degli ultimi anni dedicata al cibo, qui declinato attraverso gli highlights delle ultime lezioni magistrali a Francoforte, New York e Buenos Aires. Ma riprende anche i temi del viaggio “A piedi nella piana”, 48 ore a Gioia Tauro e dintorni fra gli agrumeti di Rosarno e la baraccopoli di San Ferdinando: dove la produzione del cibo è motore di vita e lavoro, ma dove prosperano caporalati e soprusi sui braccianti, si generano distorsioni e illegalità nella filiera distributiva. Oggi il cibo contraffatto in Italia dalle agromafie (60 miliardi di euro) vale quasi il doppio dell’export alimentare (36,8 miliardi di euro).
Fondatore del movimento e della campagna Spreco Zero, Andrea Segrè è un’autorità internazionale sul fronte dello spreco alimentare. Vent’anni fa inventava Last Minute Market, nato come geniale spin off dell’Università di Bologna per il recupero dei prodotti agroalimentari altrimenti scartati dalla grande distribuzione. Oggi affronta il vasto e sfaccettato mondo del cibo sapendo bene che bisogna «mescolare nella farina due ingredienti – ecologia e economia – che hanno la stessa radice: la casa (che poi significa famiglia, relazioni, società)».
La strada tracciata da Andrea Segrè si chiama educazione alimentare, che significa un’informazione corretta sul cibo che mangiamo: conoscerlo, innanzitutto, e sapere dove, come e da chi è stato prodotto; che bisogna fruirne «quanto basta», sempre nel segno di un approccio «giusto» al cibo, per «richiamare la sufficienza, la sobrietà, la semplicità» a fronte dello spreco e del consumismo oggi imperanti, con le decisioni politiche conseguenti.
Andrea Segrè chiede di cambiare stili di vita e atteggiamenti, considerando lo spreco alimentare non un rifiuto ma un’occasione alimentare, relazionale, economica per nuove soluzioni. Cibo «giusto» significa sapere che l’economia domestica è anche e inanzitutto economia circolare. E che restituire valore al cibo significa coltivare «l’economia di cura della natura e delle persone, ovvero curarci delle risorse naturali e umane attribuendo loro un valore». Gli obiettivi congiunti dell’educazione alimentare e ambientale, presupposto di questo saggio, sono quelli della neocostituita Fondazione FICO per l’educazione alimentare e alla sostenibilità, presieduta da Andrea Segrè.
Al termine del volume Andrea Segrè stila un «Decalogo minimo dal forcone alla forchetta», 10 consigli «per mangiare e non essere consumati dal cibo», riassumibile così:
1) Quando fai la spesa, fai sempre una lista dell’occorrente
2) Liberati dalle sirene del marketing
3) Leggi bene le etichette dei cibi che vuoi acquistare
4) Prediligi alimenti locali e di stagione
5) Conserva bene gli alimenti in frigo e freezer
6) Usa la fantasia con gli avanzi dei cibi del giorno prima
7) Condividi con i vicini il cibo in eccesso
8) Al ristorante chiedi la family bag
9) Insegna ai tuoi figli il valore del cibo
10) Pensa e agisci sostenibile e circolare