Un concerto “illustrato”. Questa l’originale formula ideata dal cantautore Pier Cortese per una serie di appuntamenti dedicati alle famiglie e ai più piccoli nelle sale del circuito Acec.
È lui stesso a descrivere in sintesi lo spettacolo, intitolato Little Pier – Lasciateci la fantasia: «Inizio spesso i miei concerti chiedendo al pubblico: sapete cos’è un cantautore? È un artista che, con il proprio strumento, scrive e porta in giro le canzoni a tutti coloro che le vogliono ascoltare. Io sono uno di loro. Durante il concerto ho amici e musicisti che mi aiutano: chi si occupa della musica, chi della parte ludica e c’è anche chi, durante l’esibizione, disegna in diretta i personaggi delle canzoni e le proietta su uno schermo; ecco perché questo spettacolo è un “concerto illustrato”. Il nostro pubblico può guardarci con gli occhi, grazie alle immagini, e ascoltare con le orecchie la musica.
Di cosa parlano le canzoni?
Ne L’ospedale dei pesci parlo del rispetto dell’ambiente: il protagonista è un pesce che si ammala perché il fiume in cui vive è inquinato. In altre canzoni ci schieriamo contro lo sfruttamento degli animali e raccontiamo il rispetto dell’esistenza e la tutela di tutti gli esseri viventi. In Dov’è Totò si introduce al mistero della morte. Il testo di Come un gigante spazzolino spiega l’importanza dell’acqua come risorsa non illimitata, che va conservata, ed è stato scritto insieme a 250 bambini grazie al progetto «Il futuro scorre sulle note dell’acqua», realizzato in collaborazione con BrianzAcque. La musica è connessa all’oggi.
Un’altra canzone si intitola Lasciateci la fantasia. Questo perché la società di oggi sta sopprimendo la fantasia dei bambini?
Io credo che i bambini di oggi vivano da grandi: hanno milioni di impegni e di stimoli, ma molti sono superficiali, se non dannosi. Lo spazio per l’immaginazione e la fantasia è sempre meno. Per questo nel ritornello dico: non rubateci la libertà, non dateci il vostro modo di vivere perché abbiamo bisogno di immaginare nuovi spazi e nuovi mondi. La fantasia per un bambino, ma anche per gli adulti, rimane un territorio fondamentale e uno spazio legittimo da tenere e da pretendere.
Quando si dice “musica per bambini” si pensa a un lavoro meno complesso rispetto all’equivalente per adulti. Eppure parlare un linguaggio comprensibile e apprezzabile da tutti non è affatto semplice…
È difficilissimo scrivere per bambini: se non hai semplicità e chiarezza è impossibile fare arrivare il tuo messaggio. Bisogna sentire realmente l’esigenza di cantare per loro, non ci si può improvvisare. Mi rendo conto che ho una responsabilità grande e un grande privilegio. Vedo spesso che, attraverso questi brani, si emozionano anche gli adulti. Mi piace creare questo “collante generazionale”: parlare ai bambini per piantare “semi” che faranno crescere i loro genitori parlandone a casa.