Dal 17 maggio al 12 giugno andrà in scena in prima nazionale al Teatro della Cooperativa (via privata Hermada 8, Milano) Line, surreale atto unico di Israel Horovitz dai fortissimi echi beckettiani, diretto da Renato Sarti. Un testo sulla competitività, cifra e piaga della civiltà occidentale più di cinquant’anni fa, quando il testo è stato scritto, come oggi. Lo spettacolo vuole anche essere un omaggio al grande drammaturgo americano recentemente scomparso.
Una scena nuda, una linea. Cinque personaggi in fila per non si sa bene quale evento: non è specificato e in realtà non è nemmeno importante. L’importante è essere i primi della fila a tutti i costi. Non per merito, non per efficienza, non per qualifiche: semplicemente precedere gli altri.
Quando la scena si apre, in fila c’è soltanto Flaminio: grezzo, non particolarmente intelligente, amante dello sport, ha passato la notte davanti alla linea bianca per accaparrarsi il primo posto. Le cose cambiano quando entra in scena Stefano, giovane volubile e prepotente, appassionato di Mozart e ossessionato dalla morte, che con la sua parlantina cerca subito di circuire Flaminio e sovvertire l’ordine. Si uniscono poi l’ambiziosa Moira, la quale tenterà di imporsi sul gruppo di uomini usando la sua sensualità; il cinico Dolan, che cade sempre in piedi, e Arnallo, l’inetto e remissivo marito di Moira.
Con il procedere dell’azione drammatica, grottescamente comica, i personaggi otterranno, anche se solo temporaneamente, il tanto agognato primato, in un crescendo di violenza, sotterfugi e meschinità.
Un classico del teatro dell’assurdo, rappresentato ininterrottamente dal suo debutto, nel 1967, a oggi (è la più longeva produzione off Brodway), che riesce a mettere in luce e alla berlina le nevrosi della società moderna.
Info e prenotazioni: tel. 02.6420761; info@teatrodellacooperativa.it; www.teatrodellacooperativa.it