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Arte, Storia & Cultura

Sirio 18 - 24 novembre 2024
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Misteri

Il “Leonardo” perduto del Sacro Monte di Varese

50 anni fa al Museo Baroffio il furto clamoroso del disegno del Battista attribuito al genio toscano: un’opera che ancora oggi è tra le più ricercate dal Comando dei Carabinieri per la tutela dei beni artistici. Che fine ha fatto? Perché si trovava al Museo Baroffio? Ed è davvero di mano di Leonardo? Ne parliamo domenica su Milano7 Avvenire e in questo video

di Luca FRIGERIO

22 Novembre 2024

Al Sacro Monte di Varese c’era un’opera di Leonardo. Una sanguigna, cioè un disegno a matita rossa, raffigurante san Giovanni Battista e ben nota agli studiosi del genio toscano. Un’opera «perduta» due volte.

La prima volta a causa di un furto, 50 anni fa. Alle 4 di mattino del 2 maggio 1974, infatti, dal Museo Baroffio furono rubati quattro dipinti di scuola fiamminga del XVII secolo e un disegno rinascimentale.

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Le tele avevano un valore relativo, ma la sanguigna, ritenuta di mano di Leonardo, era considerata un capolavoro dal valore inestimabile. Dei ladri nessuna traccia: e ancora oggi, a mezzo secolo da quei fatti, non si ha nessuna idea di dove si trovi il prezioso disegno «vinciano», che tuttora è nella lista delle dieci opere più importanti ricercate dai Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.

La sanguigna era considerata come il disegno preparatorio di una nota opera leonardesca del Museo del Louvre, che rappresenta il Battista seduto nel «deserto»: un dipinto recentemente sottoposto a restauro e oggi attribuito dagli esperti francesi a Francesco Melzi, uno degli allievi prediletti di Leonardo.

Ma anche per il disegno del Museo Baroffio, nel frattempo, si era messa in dubbio la sua paternità vinciana. Già nel 1985, infatti, lo storico dell’arte Giovanni Romano aveva accostato la sanguigna varesina trafugata al nome di Bernardino Lanino, pittore assai influenzato dallo stile di Leonardo, autore, attorno alla metà del Cinquecento, di un san Giovanni Battista evidentemente derivato dal dipinto del Louvre, attualmente esposto alla National Gallery di Edimburgo. Ed è per questo che, con una battuta, si può dire che il Sacro Monte di Varese ha «perduto» per la seconda volta il suo Leonardo.

Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, come mai quest’opera si trovasse proprio al Sacro Monte di Varese. Vi giunse nel 1932 con il lascito testamentario del barone Giuseppe Baroffio dall’Aglio, insieme a una pregevole collezione d’arte che andò a integrare il museo già esistente presso il santuario: anzi, proprio la donazione del nobiluomo permise la realizzazione della nuova sede espositiva che ancora oggi ne porta il nome.

Ma non abbiamo nessun documento relativo alle opere da lui acquistate e possedute. Così che per il disegno rubato al Museo Baroffio, che all’epoca tutti dicevano di Leonardo, resta il mistero anche della sua provenienza.