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Mostra

La fede nell’arte secondo la “regola” dei Cappuccini

Dipinti e sculture in un percorso illustrato, dal Cinquecento ad oggi, al Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Milano, che con questo evento festeggia i suoi primi dieci anni di attività.

di Luca FRIGERIO

20 Ottobre 2011

I suoi colori caldi e sfavillanti furono influenzati da Rubens. La sua pennellata vibrante e briosa fu ispirata da Van Dyck. Dagli emiliani cresciuti alla scuola ambrosiana e borromaica, come Giulio Cesare Procaccini, prese il gusto per il dato naturalistico e per il linguaggio narrativo. Rigenerando perfino la pittura a Venezia, con quella libertà di spirito e di fantasia che in Laguna mancava dai grandi maestri del Cinquecento. Stiamo parlando di Bernardo Strozzi, uno dei massimi protagonisti dell’arte europea del XVII secolo, inseguito dalle maggiori committenze pubbliche dell’epoca fra Liguria e Veneto, adorato dal patriziato per i suoi ritratti vivissimi, annunciatore dell’innovativo idioma barocco. Sì, quel Bernardo Strozzi che era pittore e frate. Frate secondo la regola di san Francesco, frate dell’ordine dei cappuccini…

Pochi lo ricordano, ma il caso dell’artista genovese non è affatto unico. Come racconta e dimostra oggi un’interessante mostra realizzata dal Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Milano, dal titolo, appunto, La fede nell’arte: luoghi e pittori dei frati cappuccini. Un percorso, curato dalla direttrice Rosa Giorgi, che inizia con le origini stesse dei frati minori cappuccini e che si snoda lungo i secoli dell’età moderna, fino ad arrivare ai nostri giorni, con opere contemporanee che illustrano l’ininterrotta creatività di quest’ordine francescano. Sempre nella fedeltà totale alla spiritualità del fondatore, di quel Poverello d’Assisi, cioè, la cui sensibilità artistica è testimoniata da continui episodi, “fioretti” di squisita intelligenza estetica e di profonda ricerca religiosa culminati nella viva rappresentazione del presepe di Greccio come nelle magnifiche Laudi…

Accanto al mirabile Compianto su Cristo morto dello stesso Strozzi, in prestito dalla Quadreria alessandrina di Voltaggio e assegnabile alle esperienze giovanili del nostro pittore, la rassegna milanese propone così altri capolavori, per lo più poco noti, tutt’ora custoditi nei conventi cappuccini della Lombardia o conservati negli altri enti museali dell’Ordine, da Genova a Roma, da Trento a Reggio Emilia. Opere come l’Angelo annunciante e la Madonna annunciata di fra Cosmo da Castelfranco, al secolo Paolo Piazza, realizzate per la chiesa conventuale reggiana verso il 1608, cioè al rientro da quel soggiorno boemo che aveva arricchito di accenti mittelleuropei la tavolozza dell’artista cappuccino. O, ancora, opere come quelle di Camillo Maria Kaiser, Pietro all’anagrafe, nato a Milano nel 1822: personaggio singolare e, per molti versi, interessantissimo, dove la vocazione religiosa e quella artistica si fusero in un’unica ragione di vita; uomo che pur vivendo all’ombra dei chiostri non volle mai chiudersi al mondo, partecipando consapevolmente ai travagli e alle inquietudini del suo tempo, proprio nella duplice condizione di frate e di pittore.

Di grande significato è anche la presenza nelle sale di via Kramer della statua raffigurante san Francesco, proveniente da uno dei piloni del Duomo di Milano. Si tratta infatti della prima testimonianza francescana nella cattedrale ambrosiana: lavoro di un maestro renano, databile ai primissimi anni del XV secolo, che nella sua semplicità formale e stilistica riesce a trasmettere efficacemente l’icastica umiltà di Francesco, ponendosi così come uno dei più coerenti richiami alla sua figura e al suo messaggio.

Una mostra, inoltre, con la quale il Museo dei Beni Culturali Cappuccini vuole festeggiare i suoi primi dieci anni di attività. Situata esattamente dietro il noto convento milanese di via Piave, dove c’è la chiesa dei frati e la mensa che ogni giorno offre centinaia e centinaia di pasti per chi ha bisogno, questa istituzione si pone infatti come “l’altra faccia” della stessa medaglia: da una parte la proposta assistenziale, dall’altra quella culturale. Secondo la “filosofia” francescana, per l’appunto, nella declinazione cappuccina e secondo l’insegnamento evangelico stesso: dare attenzione all’uomo nella sua globalità, nel corpo, nella mente e nello spirito.

La mostra La fede nell’arte: luoghi e pittori dei frati cappucciniè visitabile presso il Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Milano (via A. Kramer, 5), fino al 19 febbraio 2012. Ingresso con offerta libera. Numerosi gli appuntamenti collaterali all’evento. Per informazioni, tel. 02.77122321 – www.museodeicappuccini.it