Una cultura figurativa nata ai piedi delle Prealpi, tra oratori e chiesette di paesi e castellanze; cicli di affreschi commissionati da intere collettività per le quali il senso della devozione comunitaria era primario.
Si concentra su questi e molti altri temi della pittura tra Tardogotico e Rinascimento la mostra intitolata: “Antonio da Tradate. L’Arte Sacra nel Varesotto e Canton Ticino”, ospitata fino al 17 aprile al Civico Museo Parisi-Valle di Maccagno.
Grande protagonista della rassegna sarà il monumentale affresco del pittore Antonio da Tradate, raffigurante la Crocifissione, collocato originariamente sul muro esterno di una casa di Campagnano, da cui fu strappato nella seconda metà degli anni Sessanta (oggi è conservato presso il Palazzo Municipale di Luino).
L’affresco mostra Gesù crocefisso davanti alle mura della città di Gerusalemme. Ai lati ci sono Maria, affranta dal dolore, e san Giovanni che si porta la mano al volto, mentre la Maddalena inginocchiata abbraccia la croce. Dalle ferite di Cristo scorre copioso il sangue che due angeli in volo raccolgono nei calici con evidente richiamo all’Eucarestia.
“Con questa mostra – spiega Fabio Passera, Sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca – intendiamo compiere un ulteriore passo verso l’inclusione e la comprensione di tutte le forme di arte e cultura, verso un nuovo approfondimento delle testimonianze pittoriche tra Canton Ticino e Varesotto. In particolare, voglio citare la chiesetta di Sant’Antonio a Maccagno Superiore che fu parrocchiale con il nome di San Materno fino alla costruzione di un edificio più grande alla fine del Cinquecento. Il tempio sacro conserva ancora diversi brani affrescati, tra cui un ciclo di inizio Cinquecento della bottega tardogotica di Antonio da Tradate. Tutto ciò racconta di un’intensa attività artistica nel nostro territorio nei secoli passati, ma anche di una ricchezza iconografica e di devozione popolare senza paragoni. Anche per questo motivo, il pubblico potrà trovare, oltre al catalogo della rassegna, anche un apposito flyer didattico che illustra la storia dell’affresco in mostra”.
La mostra accompagna lo spettatore in questi temi storici ed artistici dell’arte medievale grazie anche a 20 pannelli che presentano le iconografie della Madonna del Latte, dell’Ultima Cena e del Ciclo dei Mesi, le più frequentemente attestate nel territorio insubrico. La serie di pannelli e il catalogo annesso (disponibile in mostra a Maccagno) sono stati curati da Paola Viotto, Francesca Urizzi, Sara Poretti e Laura Bonicalzi e realizzati dallo studio Concreo di Andrea Benzoni.
“Con questa mostra, il Civico Museo si offre anche come spazio dedicato alla promozione del patrimonio culturale Prealpino – spiega Clara Castaldo, storico dell’arte e giornalista. Antonio da Tradate rappresenta, meglio di molti altri protagonisti dell’epoca, quella sapienza figurativa caratterizzata da: attenzione narrativa, stile rustico e popolare di immediata comprensione, diffusione di iconografie iterate e mai concettualmente ardite, gusto per l’osservazione del reale e una conseguente ricerca di naturalismo, anche se ciò si applica più ai dettagli e ai particolari che non alla visione complessiva d’insieme. Come tutte le opere di questo pittore, l’affresco presentato al Civico Museo utilizza un linguaggio ancora legato alla tradizione tardogotica, puntando soprattutto alla chiarezza e all’espressività del messaggio. Un ringraziamento particolare va alle curatrici dei pannelli e del catalogo dedicati alle principali iconografie dell’arte medievale: anche così, un’opera d’arte diventa racconto di una mentalità, e di una realtà quotidiana, economica, sociale, culturale, caratterizzata da aspetti molto originali. La lettura di queste opere d’arte è anche un viaggio dentro la geografia locale e ha uno svolgimento che non è ideologico ma storico”.