È la splendida Pala Tezi del Perugino la protagonista della nuova rassegna del «Capolavoro per Lecco», giunta ormai alla sua sesta edizione: un evento ideato e realizzato dalla Comunità pastorale Madonna del Rosario, attraverso la sua associazione culturale e in collaborazione con il Comune di Lecco. Una mostra anche quest’anno suggestiva e ben curata, che prosegue fino al prossimo 2 marzo presso Palazzo delle Paure a Lecco (per informazioni, orari, costi: www.capolavoroperlecco.it).
La Pala del Perugino proviene dalla Galleria nazionale dell’Umbria, anche se in origine si trovava nella chiesa di Sant’Agostino a Perugia. Al centro vi è la Madonna col Bambino Gesù, benedicente: «In grembo la speranza», come s’intitola significativamente la manifestazione.
Attorno alla Madre e al Figlio, quattro santi in ginocchio, adoranti. In alto a sinistra riconosciamo san Nicola da Tolentino, con il sole raggiante sul petto e il giglio in mano. Dall’altra parte c’è san Bernardino da Siena, il celebre predicatore francescano del Quattrocento, dal consueto profilo emaciato.
Sotto, invece, vi è san Girolamo penitente insieme all’inseparabile leone. E san Sebastiano, con i segni delle ferite causate dalle frecce del suo martirio.
I volti serafici, i gesti trattenuti ed eleganti, il nitore del cielo, la serenità del paesaggio, tutto insomma rimanda al tipico stile aggraziato del Perugino, che nell’Italia centrale della fine del XV secolo aveva fatto scuola e si era imposta con la forza di quel vento impetuoso chiamato Rinascimento.
Accanto alla Pala Tezi, tuttavia, a Lecco è esposto un secondo capolavoro: si tratta di una scultura lignea di Giovanni Antonio di Giordano, una Madonna in adorazione del Divino infante, pressoché contemporanea del dipinto del Perugino (è datata infatti al 1499), conservata nella chiesa di Santa Maria Assunta a Castelluccio di Norcia, in uno dei punti più alti dell’Umbria, sulle pendici dei Monti Sibillini. L’opera, di squisita fattura, proviene dunque da una delle zone più martoriate dal terremoto del 2016 e in questi anni è diventata essa stessa un simbolo di speranza e di rinascita.
Come sempre, anche in questa edizione sono stati coinvolti un centinaio di studenti delle scuole superiori del territorio e i loro docenti, che accolgono e accompagnano i visitatori della mostra, svelando storie e curiosità. Diverse, inoltre, sono state le iniziative collaterali, tra conferenze, video e concerti, ma anche momenti di elevazione spirituale. Così che ancora una volta il «Capolavoro per Lecco» si è rivelata un’opportunità di crescita e di cultura davvero per tutti.