«E’ importante accogliere e valorizzare il nuovo Evangeliario ambrosiano già a partire dall’inizio», raccomanda don Umberto Bordoni, segretario dell’apposita Commissione che ha lavorato alla realizzazione del solenne libro liturgico, nonchè curatore della mostra La bellezza nella Parola, che a Palazzo Reale ha permesso di ammirarne le tavole originali. Ora, infatti, il nuovo Evangeliario arriverà in tutte le parrocchie della Diocesi: «Un dono che si colloca in una suggestiva intersezione di spazio e di tempo – spiega ancora don Umberto -. Di spazio, perchè l’Evangeliario verrà usato per la prima volta insieme in Cattedrale e in tutte le parrocchie e realtà pastorali significative della Diocesi e del Rito: un gesto che ha valore ecclesiale forte di comunione. E di tempo, perchè il suo impiego nella solenne celebrazione della Messa di Mezzanotte di Natale darà più espressiva evidenza a quanto nella Chiesa si compie».
Come potrà, questo nuovo Evangeliario, diventare segno concreto nelle comunità parrocchiali?
E’ importante accogliere e valorizzare il nuovo Evangeliario già a partire dall’inizio. Il dono infatti si colloca in una suggestiva intersezione di spazio e di tempo. Di spazio: verrà usato per la prima volta insieme in Cattedrale e in tutte le parrocchie e realtà pastorali significative della Diocesi e del Rito. Un gesto che ha valore ecclesiale forte di comunione. Di tempo: il suo impiego nella solenne celebrazione della Messa di Mezzanotte di Natale darà più espressiva evidenza a quanto nella Chiesa si compie: mentre udiamo proclamare che il Verbo si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi, vediamo l’Evangeliario entrare nell’assemblea, prestare parola all’annuncio del Verbo e offrirsi alla venerazione dei ministri e dei fedeli e così ci è più facile e commovente credere e sentire che è Cristo stesso, presente in mezzo a noi, a raggiungerci con la sua parola ed il suo amore. L’accoglienza è importante per iniziare, ma alla fine ad essere decisivo è l’uso dell’Evangeliario. Laddove sarà abitualmente impiegato con dignità e intelligenza nelle celebrazioni festive, custodito con venerazione e premura, sapientemente valorizzato per segnare opere e giorni straordinari diverrà un elemento irrinunciabile e prezioso nella vita delle nostre comunità. Siamo tutti chiamati in qualche modo a riappropriarci di questo oggetto liturgico così importante. L’educazione chiede anche di investire qualche tempo per accostare gli strumenti utili. Accanto al catalogo della mostra (Il nuovo Evangeliario Ambrosiano e capolavori antichi, Silvana Editoriale) e alla pubblicazione degli studi scientifici che ne hanno guidato la realizzazione (L’Evangeliario nella storia e nella liturgia, Qiqaion) nel prossimo mese di gennaio uscirà una libro (Parola e immagini per la vita. Guida all’Evangeliario ambrosiano, ITL) che si proporrà agli operatori pastorali e a tutti i fedeli come prezioso strumento di approfondimento e di meditazione sul Vangelo anche attraverso le nuove immagini.
In sintesi, quali sono le peculiarità e le novità di questo nuovo Evangeliario voluto dal cardinale Tettamanzi?
Arriva per la prima volta in assoluto in tutte le parrocchie un vero Evangeliario analogo a quello delle grandi cattedrali: grande, bello, ornato con immagini, di nobile fattura, singolarmente espressivo. E’ un libro liturgico, o meglio il libro liturgico. Non una delle tante più o meno decorose pubblicazioni del Vangelo in commercio, ma il testo ufficiale promulgato dal Capo Rito e approvato dalla Santa Sede: l’unico da impiegarsi. La copertura, di particolare pregio, è un invito forte a venerare il Verbo di Dio presente in mezzo al suo popolo; la dedica, personalizzata e firmata dal cardinale Tettamanzi, ben esprime il legame con la Tradizione: sempre il Vangelo è consegnato dalla Chiesa attraverso la successione apostolica. Soprattutto è un Evangeliario “contemporaneo”, che sa parlare la lingua del nostro tempo. Reca 73 tavole eseguite da sei artisti italiani tra i più affermati a livello internazionale, che hanno profondamente meditato la Parola, e scrive il Vangelo con una grafica e un carattere di singolare eleganza ad esprimere anche nella tipografia la sobria nitidezza ambrosiana.
La mostra «La bellezza nella Parola» ha visto la presenza di moltissimi visitatori, credenti e non credenti. Cosa ha attirato tante persone attorno alle tavole dell’Evangeliario?
Uomini e donne di ogni età, condizione, ceto sociale; soprattutto numerosissimi gruppi guidati splendidamente dai giovani volontari – cui va particolare ammirazione e sentita gratitudine – hanno frequentato le sale nobili di Palazzo Reale. Molti e disparati sono i motivi che hanno spinto a visitare la mostra: l’interesse per il nuovo libro liturgico, l’affetto per il donatore – il cardinale Dionigi Tettamanzi -, l’indubbia attrazione dei capolavori antichi, la passione per l’arte contemporanea, la semplice curiosità. La tela di apertura, “San Matteo e l’angelo” di Ambrogio Figino, ha chiarito già da subito e messo al centro il vero punto di attrazione: il libro dei Vangeli. Ad attrarre tutti alla fine è stata proprio la segreta forza del Vangelo, così come si sprigiona insieme dalla Parola e dalle immagini. La tavola conclusiva dello Spagnoletto, nella quale è la mano stessa di Dio a incidere indelebilmente la Parola, riesce così a raccogliere realmente il senso di tutto l’itinerario. Come annota il cardinale Tettamanzi nel suo commento finale: «C’è una Parola unica e ineffabile che Dio stesso pronuncia nell’intimo di ogni uomo, fa risuonare nella Chiesa e nel mondo, scrive nella vita di chi ascolta “non con inchiostro, su tavole di pietra, ma con lo Spirito di Dio, sulle tavole di carne dei cuori” (cf. 2 Cor, 3,3)».
Più volte, nell’illustrare questo progetto per il nuovo Evangeliario ambrosiano, si è parlato di una “sfida” per il nostro tempo. Ora che il progetto è stato realizzato, quale bilancio si può fare?
Il bilancio è molto positivo. Il cardinale Tettamanzi, che ha ideato e seguito personalmente il progetto e il cardinale Scola che l’ha accolto e sostenuto con convinzione, hanno voluto imprimere, anche con questa iniziativa, il segno di una Chiesa aperta al mondo, capace di abitare con grande fiducia il tempo presente e di affrontare senza complessi o paure la sfida della contemporaneità. La Commissione incaricata e i numerosi collaboratori hanno raccolto la soddisfazione, lavorarando molto insieme, di sperimentare una comunione di intenti e di sguardo. Gli sponsor hanno aderito con generosità all’impresa, coperto integralmente i costi di realizzazione sia degli Evangeliari che della Mostra, e consentito così di non pesare minimamente sull’impegno della Diocesi a favore della pastorale ordinaria e della carità. Gli artisti hanno espresso da subito una disponibilità inattesa e cordiale a lavorare per la Chiesa: quasi che aspettassero da tempo di essere chiamati a collaborare seriamente. Il dialogo con loro si è rivelato autentico, profondo: una esperienza di umanità e di fede. Il vero bilancio in realtà spetta ora al popolo di Dio e ai suoi pastori, chiede tempo di sedimentazione e di pratica liturgica prolungata, non rispecchierà necessariamente le prime reazioni, ma domanderà di interrogarsi su quanto anche questo strumento abbia contribuito a far trasparire agli uomini del nostro tempo qualche raggio dell’indicibile bellezza del Verbo di Dio.
Come e quando ritirare il dono dell’Evangeliario
Nei prossimi giorni i destinatari del nuovo Evangeliario Ambrosiano riceveranno una lettera del Vicario Generale contenente il tagliando necessario per ritirare il dono e tutte le indicazioni per poterlo valorizzare a partire dalla Notte di Natale.
In particolare la distribuzione avverrà per la Zona di Milano presso la Curia Arcivescovile, in piazza Fontana, il 21 e 22 dicembre, dalle 8 alle 18. Sarà possibile, solo per questa occasione e limitatamente all’operazione di carico, accedere in autovettura al cortile della Curia. Per tutte le altre Zone il punto di riferimento sarà il proprio Decanato, con riferimento diretto al Decano, e consegna del volume dal 22 dicembre pomeriggio in poi.