Dopo la sospensione imposta dalla pandemia nel 2020, torna finalmente un appuntamento divenuto ormai tradizione nel panorama milanese in attesa del Natale: il grande concerto in Cattedrale offerto alla città dalla Veneranda Fabbrica e dal Comune di Milano illumina di armonia, emozione ed entusiasmo il Duomo per accogliere nel segno della musica cittadini e visitatori.
Il concerto si terrà in Duomo mercoledì 15 dicembre alle ore 20.30: protagonista dell’evento, realizzato anche con il sostegno di Assolombarda, sarà laBarocca, l’ensemble specializzato in musica sei-settecentesca dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi diretto dal Maestro Ruben Jais, affiancato dall’ensemble vocale diretto dal Maestro Jacopo Facchini.
Il programma musicale prevede Dixit Dominus HWV 232 di Georg Friedrich Händel e Magnificat BWV 243 di Johann Sebastian Bach.
Il “Salmo regale” di Händel
Dixit Dominus HWV 232 è un lavoro composto da Georg Friedrich Händel nel 1707 che si basa suI Salmo 109, facente parte dei Salmi di David, e probabilmente il più importante e noto fra i cosiddetti “Salmi regali”: Joseph Ratzinger lo definì “celebrazione del Messia vittorioso, glorificato alla destra di Dio”.
Trattasi della più antica composizione autografa del musicista di Halle che ci è giunta intatta. Il Dixit Dominus è diviso in nove sezioni, con una tonalità d’impianto in sol minore che in realtà compare solo all’inizio, alla fine e in un episodio centrale, mentre troviamo un’alternanza di tonalità vicine nelle altre sezioni. Lo stile italiano, a tratti notevolmente influenzato da un carattere marcatamente operistico, si fonde con la scrittura contrappuntistica già consolidata negli anni di studio in Germania, dando origine a una poderosa e virtuosistica composizione, presagio dei grandi oratori, ma anche delle grandi opere, che decreteranno il successo di Händel in tutta Europa.
Il Magnificat di Bach
Il Magnificat BWV 243 di Johann Sebastian Bach venne eseguito per la prima volta sedici anni più tardi, nel 1723. Il principio che lo domina è quello della varietà. In apertura, al centro e in chiusura troviamo tre pagine a pieno organico, con coro a cinque parti e un’orchestra potenziata dalla presenza di trombe e timpani. Ognuna delle cinque voci soliste esegue un’aria sostenuta da organici strumentali più scarni. L’opera, allo stesso tempo solenne e festosa, è una delle poche in latino e una delle più significative nell’opera del compositore. Tratto dal Vangelo di Luca, è un ringraziamento della Madonna a Dio per avere liberato il suo popolo.