Edizioni Terra Santa pubblica, anche in formato e-book, Un gesuita felice, di padre Bartolomeo Sorge, gesuita, teologo e politologo, protagonista della vita politica ed ecclesiale del Novecento, scomparso il 2 novembre 2020. Fu direttore de La Civiltà Cattolica negli anni complessi del dopo Concilio e animatore culturale della «Primavera di Palermo» negli anni bui dell’attacco mafioso al cuore dello Stato e alla società civile.
Spiega nella prefazione Massimo Naro, docente alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia: «Un gesuita felice è un libro denso, articolato, anche composito, perché costituito da due parti che si richiamano – anzi si esigono a vicenda – benché non risultino mai l’una il doppione dell’altra. Potremmo dire che questo libro rappresenta quasi una sorta di dittico, come certe pitture su tavola del tardo Medioevo o del primo Rinascimento, in cui veniva raffigurata, per esempio, l’Annunciazione di Gabriele a Maria di Nazareth, con l’angelo – appunto – da un lato e la Madonna dall’altro: la promessa da una parte e il coerente e conseguente compimento a fronte di essa». Continua il sacerdote nella sua prefazione: «L’ultima fatica editoriale del gesuita Bartolomeo Sorge, che esce ora postuma, è difatti composta per un verso di “tre sogni” che hanno orientato l’intero percorso spirituale e intellettuale, credente e culturale, umano e sacerdotale dell’Autore e, per altro verso, dai “sette segni” che si sono inverati nella sua vicenda biografica, durata oltre 90 anni».
I tre sogni sono la santità; la costruzione della città a misura d’uomo, tentata soprattutto a Palermo; il rinnovamento ecclesiale. I sette segni sono, per come li ricorda l’Autore nella seconda parte del libro, il dono della vocazione; il cambiamento epocale; la Parola di Dio come luce necessaria per discernerli; lo Spirito Santo, dono battesimale accolto sacramentalmente anche nella confermazione e nell’ordinazione; la preghiera personale, quella del cuore umano che parla al Cuore di Dio; l’Eucaristia, culmine e fonte dell’esperienza credente; la provvidente maternità della Madonna, Mater Divinae Gratiae, punto di partenza e d’arrivo del racconto che si sviluppa in questo libro e nondimeno anche culmine della vicenda di cui è protagonista lo stesso autore.
Nella prima parte di questo libro – a cui padre Sorge lavorò considerandolo il suo testamento spirituale – la benedettina Maria Concetta De Magistris ripercorre l’impegno ecclesiale e civile del gesuita nel contesto delle grandi trasformazioni del Paese in cui visse e operò. «Le pagine di Maria Concetta De Magistris – osserva don Naro –, sono a loro volta autobiografiche, perché in realtà in esse l’autrice si racconta. Difatti, la De Magistris rende conto della storia della propria vocazione nella quale, provvidenzialmente, si innestano la presenza e l’amicizia di padre Bartolomeo». Dalla puntuale ricerca appare con chiarezza la fedeltà alla lettura profetica del Concilio, compiuta da Paolo VI e oggi rivivificata da papa Francesco. La ricostruzione storica consente perciò – grazie a documenti inediti e autorevoli testimonianze – di fare piena luce anche su alcune vicende ecclesiali degli anni Settanta e Ottanta rimaste finora oscure.
La seconda parte contiene, invece, l’unica raccolta esistente degli appunti spirituali di padre Sorge. Sono pagine vive, che lasciano trasparire un’intensa vita di fede, sperimentata più che narrata. La lettura di questi testi è impreziosita dai racconti personali, resi noti per la prima volta, delle grazie da lui ricevute. Sono pagine umili che, mentre svelano i segreti di una ricca vita interiore, nello stesso tempo documentano l’infaticabile azione in campo culturale, sociale ed ecclesiale. Tutto e sempre nel totale affidamento alla sua Mater Divinae Gratiae.