Conservare, valorizzare, proiettare il futuro: sono queste le tre parole chiave che stanno guidando l’azione della Veneranda Fabbrica del Duomo, impegnata nei Grandi Lavori che stanno interessando la Cattedrale anche nei suoi spazi interni. Una complessa sfida per l’Ente che ha costruito e si prende cura del Monumento fin dal 1387, oggi proiettata verso un grande obiettivo: restituire alla città e al mondo la Cattedrale in tutto il suo splendore in occasione di Expo2015.
Il ponteggio elevato lungo l’Altare della Madonna dell’Albero, di cui la parte alta del finestrone è già stata restaurata, s’innalza fino a 60 metri di altezza per una larghezza di 19: un intervento mai effettuato prima e che la Fabbrica, grazie all’impiego della tecnologia, porta avanti con energia e impegno.
«Antichi saperi, esperienza e tecnologia rappresentano gli elementi fondanti per realizzare queste opere– sono le parole del Prof. Angelo Caloia, Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano -. Esse rappresentano un unicum insostituibile e di grande valore per il mondo dell’arte. Proteggere e tutelare questo immenso e inestimabile patrimonio è un diritto di tutti noi oltre che un dovere verso le generazioni future che grazie all’impegno dei cittadini milanesi e del mondo potranno ancora godere dell’incantevole vista del Duomo di Milano, simbolo universale della città e rappresentazione visibile della Fede e delle Arti».
L’Altare della Madonna dell’Albero e della Passione, il cui nome deriva probabilmente da un’immagine dove la Vergine appariva sopra l’albero di Jesse, è uno dei più belli e maestosi della Cattedrale e fu edificato su volere di San Carlo al posto di uno dei due ingressi laterali. Sull’altare è posta la splendida scultura di Maria con il Bambino, opera del tardo Settecento realizzata da Elia Vincenzo Buzzi.
I Grandi Lavori all’interno del Duomo stanno interessando l’intera superficie interna del Monumento, con il controllo e la ripulitura di archi, nervature e capitelli, anche attraverso la realizzazione di un ponteggio largo cinque campate dalla Navata Nord e il restauro del pavimento intarsiato del Pellegrini nella prima campata al lato dell’ingresso.
I primi riferimenti alla pavimentazione del Duomo risalgono al 1392, quando fu dato ordine di completare in “medoni” la parte che va dal fondo del coro fino alla porta che conduceva in Santa Maria Maggiore, il cui pavimento era formato da un’alternanza di quadri bianchi e neri. Sin dalla sua origine nella sacrestia settentrionale, il pavimento del Duomo è sempre stato formato da tre soli materiali: il marmo bianco di Candoglia, con lastre di supporto di 6 cm di spessore che venivano ribassate a scalpello di circa 15 mm secondo i vari disegni, predisponendo in questo modo la sede dell’intarsio con lastrine sagomate di marmo nero di Varenna e di marmo rosso d’Arzo.
Nel Tornacoro è terminato il restauro del paramento marmoreo con le storie della Vergine dove è in fase di completamento il primo settore a Est, con al centro la formella della Fuga in Egitto, recuperando la plasticità delle lavorazioni originarie e la cromia degli intarsi. È in stato di avanzamento il restauro del secondo e terzo settore.
Il Tornacoro rappresenta, insieme alle due sacrestie, l’elemento più antico della Cattedrale Milanese, oltre ad essere uno dei suoi spazi più importanti e suggestivi, non soltanto per i monumenti e le vetrate che lo compongono e che lo rendono un grande punto di riferimento per l’arte.
La possibilità di camminare intorno al centro della Cattedrale – da cui deriva il sinonimo “deambulatorio” con cui è spesso indicato – si traduce, infatti, nell’idea di viaggio e di pellegrinaggio verso l’eterno, permettendo al Tornacoro di caricarsi anche di profondi significati teologici.
Sulle pareti verso l’esterno sono disposte varie opere scultoree e pittoriche, cui si aggiungono numerose lapidi, tra cui si ricordano, oltre a molte lapidi con i nomi e le commemorazioni di alcuni membri della famiglia Sforza, il Monumento del Cardinale Caracciolo, lo stendardo della Madonna del Rosario, il Crocifisso della Misericordia, il Monumento a Pio IV e molti altri.
Sul lato interno, invece, sono raffigurati i 17 altorilievi che rappresentano le Storie della Vergine, ritmati dai dieci simboli mariani e dalle 32 Cariatidi in forma di Angeli.
Di pari larghezza delle navate (9 metri circa) da cui trae origine, il tornacoro è composto da sette campate, due rettangolari e cinque a pianta trapezoidale, ed è illuminato da tre immensi finestroni absidali.
È stato innalzato il ponteggio della controfacciata, alto oltre 50 metri e a breve inizieranno i lavori di restauro per questa area del Monumento.
Sono previsti alcuni interventi di restauro anche per il ciborio o Tempietto, opera del Pellegrini e situato al centro dell’area presbiteriale. Con una cupola adornata con statue di Angeli e coronata dal Salvatore, esso ha la classica forma di un piccolo tempio circolare retto da otto colonne corizie e ripete nella forma il tabernacolo interno, cilindrico e sorretto da quattro angeli. Vegliano i lati del ciborio le statue seicentesce di San Carlo e Sant’Ambrogio, splendidi esempi della scultura barocca.
Tali interventi di ripristino dell’antico splendore del Duomo rappresentano anche una preziosa occasione di controllo e di consolidamento delle porzioni di marmo più delicate: un’efficace azione per rendere sempre più sicura e accessibile la Cattedrale simbolo di Milano.
L’avvio dei lavori di restauro con la conseguente apertura di ben dodici cantieri all’interno e all’esterno della Cattedrale è stato possibile anche grazie ad “Adotta una Guglia”, l’ambizioso progetto di raccolta fondi promosso dalla Veneranda Fabbrica e finalizzato al restauro delle centotrentacinque Guglie, elementi architettonici tra i più fragili del Duomo.
L’intervento di piccoli e grandi donatori, che hanno partecipato e che continuano a partecipare alla quotidiana gara di solidarietà per il recupero del simbolo di Milano, ha reso possibile la realizzazione degli interventi di restauro più urgenti, ma sono necessari ancora ingenti risorse per permettere alla Cattedrale di arrivare ad Expo2015 con quello splendore che ha saputo affascinare personaggi di tutte le epoche.