In La mia prima fine del mondo. Inseguendo fratel Ettore dei poveri (Editrice Monti, 120 pagine, 10 euro), Emanuele Fant fa la cronaca dell’avventura cristiana di una combriccola di punk e del loro incontro con fratel Ettore Boschini, «l’Ettore dei poveri – scrive nella prefazione Alessandro Zaccuri – di cui Emanuele ha già ripercorso la biografia in un meraviglioso, e giustamente fortunato, spettacolo di marionette. […] Emanuele fa finta di raccontare di sé e dei suoi amici, creste comprese, ma in realtà è sempre di fratel Ettore che sta parlando: un uomo di Dio che volentieri si lascia scomporre nelle storie degli altri uomini, preferibilmente derelitti ed eventualmente sbalestrati, com’era appunto Emanuele nel fosco splendore dei suoi vent’anni…».
Nato nel 1979, Fant lavora per l’Opera Fratel Ettore, dove ha avviato il Teatro della Misericordia, una struttura per creare spettacoli con gli ex senzatetto ospiti delle comunità di Seveso e Milano. Ha pubblicato Il ricovero delle storie sbagliate (Subway Edizioni), ha scritto il monologo La notte che il nulla inghiottì la terra e ha diretto gli spettacoli Ettore dei poveri (info: www.fratelettore.it) e Sabatino. Scrive sul blog di Costanza Miriano.