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Lutto

È morto Paolo Portoghesi, maestro di architettura e ricerca

Aveva 92 anni. Docente universitario e progettista di fama internazionale, ha firmato innumerevoli studi e progetti, anche in campo religioso. Sua la moschea di Roma e diverse chiese cattoliche. Il suo percorso nel «futuro della bellezza»

30 Maggio 2023

L’architetto Paolo Portoghesi è morto questa mattina nella sua casa di Calcata (Viterbo) all’età di 92 anni. Docente universitario e progettista di fama internazionale, accademico dei Lincei, Portoghesi è stato il principale esponente del Postmodernismo in Italia.

L’attività di Portoghesi si è svolta parallelamente sui versanti della ricerca storica e della progettazione architettonica, puntando alla reintegrazione della memoria collettiva nella tradizione dell’architettura moderna. Tra le sue opere più note figurano la Moschea e il Centro culturale islamico a Roma (1984-95) e il quartiere Rinascimento nel Parco Talenti a Roma (2001). Negli anni ha firmato anche i progetti di diverse chiese cattoliche, a dimostrazione del suo interesse per l’arte sacra.

«Forse oggi occorre aspirare a una più moderna e rinnovata bellezza che abbracci sì l’inquietudine del nostro tempo, ma anche le speranze e le certezze e che non sia slegata dalla custodia del creato», aveva affermato Portoghesi nel 2017, intervenendo al XIX convegno nazionale teologico–pastorale dedicato a “Il Pellegrinaggio: Fede e Bellezza”.

«Per i cristiani – aveva spiegato – la bellezza, anche nel campo dell’arte, non è solo una opzione perché la Via Pulchritudinis comporta un orientamento e questo orientamento punta a riconoscere sempre, dietro il visibile, l’invisibile, dietro ciò che sembra frutto del caso la consapevolezza divina».

Interrogandosi «sul futuro della bellezza», Portoghesi osservava che «la Chiesa si sta rinnovando profondamente e con coraggio». «Io credo non potrà accontentarsi di una bellezza negata nella sua essenza, frammentaria, spesso mescolata alla violenza, come quella che il mondo attuale le offre in modo intermittente. Forse occorre aspirare a una più moderna e rinnovata bellezza che abbracci sì l’inquietudine del nostro tempo, ma anche le speranze e le certezze, quella bellezza così tangibile ed efficace delle testimonianze che vi ho mostrato». Un nuovo umanesimo, la conclusione di Portoghesi, «è necessario sia per salvarci dal rischio del disastro ambientale sia per riavvicinarci in modo nuovo agli imperativi di giustizia, di pace, di eguaglianza che l’eredità cristiana ci addita».

Nato a Roma il 2 novembre 1931 e laureatosi nel 1957, Portoghesi ha insegnato Storia della critica dal 1962 al 1966 all’Università di Roma “La Sapienza”, dal 1967 al 1977 è stato professore di storia dell’architettura presso il Politecnico di Milano, di cui è stato preside dal 1968 al 1976. Dal 1995 ha insegnato progettazione presso la Facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma, di cui era professore emerito. Ha diretto il settore architettura della Biennale di Venezia (1979-82), di cui è anche stato presidente (1983-93). Nell’ultimo trentennio Portoghesi è stato anche uno dei principali teorici della “geoarchitettura”, una disciplina, secondo le sue parole, che «cerca di correggere il rapporto architettura-natura sulla base di una nuova alleanza: l’uomo deve smettere di costruire secondo una logica puramente economica che produce spreco di energia, inquinamento e sfruttare il patrimonio degli antichi borghi invece di abbandonarli alla distruzione».

Autorevole studioso della “Roma Barocca” (questo il titolo di un suo saggio fondamentale del 1966), in cui racconta le vicissitudini della città tra il 1600 e il 1750, e specialista degli architetti Guarino Guarini e Francesco Borromini, Portoghesi ha inoltre fondato e diretto riviste come “Controspazio”, “Eupalino” e “Materia”. Nominato nel 2002 Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, era socio nazionale dell’Accademia dei Lincei (2000) e dal 1977 socio dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.