Mancano ancora due mesi a Natale, ma il Museo Diocesano «Carlo Maria Martini» ha già pensato al “regalo” per tutti noi. Ed è qualcosa di davvero sorprendente: un dono di tale bellezza che fa sobbalzare il cuore dall’emozione. Dal 28 ottobre, infatti, per la fortunata manifestazione «Capolavoro per Milano» (giunta ormai alla sua quindicesima edizione), da Firenze arriverà nei Chiostri di Sant’Eustorgio (corso di Porta Ticinese, 95) un’opera straordinaria: lo scomparto dell’Armadio degli Argenti con le storie dell’Infanzia di Gesù, sublime creazione della maturità del Beato Angelico.
L’Armadio degli Argenti oggi si trova in quel «tempio» dedicato all’arte di Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro, detto Beato Angelico, che è il convento fiorentino di San Marco, diventato Museo nazionale, dove il frate pittore dipinse per i suoi confratelli domenicani le scene della vita di Cristo, una per cella, oltre a quelle negli spazi comuni. L’Armadio, invece, in origine era collocato nella basilica della Santissima Annunziata e, come dice il nome, conteneva i preziosi ex voto offerti alla Vergine lì invocata.
Fu Piero di Cosimo de’ Medici a commissionare questo importante lavoro al Beato Angelico nel 1448. Il maestro, insieme ai suoi allievi, al rientro dal suo primo soggiorno romano, realizzò un’opera di raffinatissima fattura, illustrando ancora una volta gli episodi evangelici, ma «concentrati» sui due sportelli dello stipo, con gusto decisamente miniaturistico: proprio la miniatura, del resto, era arte nella quale il frate eccelleva.
Al Museo Diocesano di Milano, così, si potrà ammirare proprio la prima serie di questi deliziosi riquadri. Accarezzando lo sguardo con i dettagli sorprendenti e con i colori smaglianti dell’Angelico che ripercorrono il mistero dell’Incarnazione, a partire dalle profezie messianiche per poi presentare l’Annunciazione, la Natività di Betlemme, la Circoncisione, l’Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la Fuga in Egitto, la Strage degli Innocenti, fino al dodicenne Gesù tra i dottori. Dove ogni scena è accompagnata da due cartigli: con il testo dei Vangeli, e con il riferimento profetico dell’Antico Testamento.
Anche per questo è evidente che le tavole che compongono l’Armadio degli Argenti – segate improvvidamente nel 1782 per essere vendute: sciagura per fortuna sventata – non sono solo «belle» e «preziose», ma costituiscono un itinerario iconografico di grande profondità, che ripercorre la storia della Salvezza secondo la proposta di meditazione di due santi confratelli del Beato Angelico: Tommaso d’Aquino e Caterina da Siena. Ad esaltare quella «Legge dell’Amore», citata espressamente sullo scudo della figura femminile (che rappresenta la Chiesa) nella scena finale dell’ultimo pannello, che con la venuta di Gesù porta a compimento e supera la «Legge del Timore» della vecchia tradizione.
La grazia e la raffinatezza di questi dipinti rivela la maestria del Beato Angelico. E tuttavia se ne possono apprezzare anche le invenzioni compositive, le soluzioni inedite, gli studi prospettici che dimostrano come il frate pittore sia stato un autentico «traghettatore» dall’eleganza del Tardogotico alla rivoluzione del Rinascimento. Capace di esprimere, fra antichi rimandi e moderno linguaggio, una coinvolgente «geometria spirituale».
Una meditazione per immagini, delicate e toccanti, che accompagnerà il tempo d’Avvento e di Natale, fino al prossimo 28 gennaio, con iniziative e approfondimenti, come sempre, aperti a tutti, ma rivolti in particolar modo a parrocchie e oratori (tutte le informazioni su www.chiostrisanteustorgio.it ). Non resta allora che attendere ancora qualche giorno, preparandoci ad accogliere in terra ambrosiana tanta meraviglia.