L’iniziativa con cui la Diocesi di Milano accompagna la Settimana nazionale dei beni culturali ecclesiali (11-19 maggio 2024) offre un duplice percorso per attraversare l’area metropolitana di Milano. Un itinerario geografico dal centro alla periferia; e un percorso storico che mette a confronto la cura pastorale e le istanze della modernità.
L’etimologia della parola «chiesa» richiama il luogo della convocazione e dell’ascolto della Parola. Per questo le comunità cristiane hanno sempre avuto esigenza di trovare «tra le case» (para-oikia) un luogo per la celebrazione e la preghiera. Nella topografia milanese sono ancora chiaramente riconoscibili i riferimenti religiosi dei quartieri esterni alla cinta delle mura spagnole: la Certosa di Garegnano, il monastero di Chiaravalle o di Casoretto sono preziosi scrigni che impreziosiscono il tessuto urbano.
Il sussidio gratuitamente scaricabile dal sito www.lombardiacristiana.it offre però indicazioni concrete per scoprire e conoscere altri tesori che solo ingiustamente si potrebbero definire «minori»: a Pratocentenaro, Lambrate, Ortica, a QT8, Barona e Lorenteggio. E nei Comuni della cintura milanese: Cesano Boscone, Trezzano, Buccinasco, Assago, Rozzano, San Giuliano, San Donato, Sesto San Giovanni.
Si possono così trovare testimonianze anche della cura pastorale dei vescovi diocesani. Papa Pio XI sostenne economicamente l’edificazione della Basilica dei Santi Nereo e Achilleo. Schuster portò esplicitamente l’esempio del nuovo battistero come titolo di una sua lettera pastorale. In anni più recenti l’episcopato del cardinale Montini ha dato impulso per l’edificazione di ben 135 nuovi edifici: per la costruzione della nuova chiesa al Giambellino chiese un contributo economico anche ai preti della Diocesi. Ancora negli ultimi decenni la Diocesi ha investito ingenti capitali, con il sostegno dei fondi dedicati dalla Cei e raccolti con i contributi delle firme dell’8×1000.
In ogni luogo si è cercato il dialogo con architetti e artisti che si sono impegnati a raccogliere la sfida dell’incarnazione della fede attraverso i tratti stilistici e architettonici della sensibilità contemporanea. Nuove geometrie, materiali, modelli figurativi che hanno accreditato anche esempi di «chiese contemporanee» nei manuali di architettura.
Con la proposta «Perle della Diocesi» si è però cercato di evitare una duplice insidia. A volte pare che l’elemento di richiamo sia il «grande nome» dell’architetto o dell’artista: si è voluto invece entrare in dialogo con la storia del quartiere dove la chiesa sorge, e ascoltare la voce di chi vi abita.
La seconda insidia è quella della lettura superficiale e frettolosa, che etichetta il luogo o l’oggetto con definizioni emotive senza avere la pazienza di leggere la polisemia dei simboli, dei materiali, dei volumi e della luce. Alla consacrazione della «chiesa di vetro» di Baranzate, Montini usò espressioni folgoranti: «La religione, quando è viva, non solo non esclude la novità, ma la vuole, la esige, la cerca, la sa ricavare dall’anima. E io sono qui a tendere le braccia a tutte le novità che l’arte mi dà. Non ho nessuna prevenzione contro le novità, purché la novità non sia capriccio».
Gli itinerari di visita proposti sono quindi percorsi «accompagnati» da volontari con diverse competenze, ma tutti accomunati dallo stesso compito che deve assumersi Filippo davanti alla domanda dell’eunuco della regina Candace: «Come posso capire se nessuno mi spiega?» (At 8). Siamo chiamati a «salire sul carro» e portare la grazia del Vangelo nella periferia, anche esistenziale, di ciascuno dei visitatori e dei fedeli che varcano la soglia dei luoghi ecclesiali.
Il calendario delle proposte di visita è consultabile nelle «News» di www.lombardiacristiana.it.