Chi racconta la città, e come lo si può fare al meglio? Con quali strumenti, con quali linguaggi, con quale consapevolezza, con quali fini? Sono alcune delle domande cui tenta di rispondere il nuovo numero della rivista Desk, dedicato al tema “Raccontare la Città”, che sarà presentato venerdì 16 novembre ad Assisi, in apertura della Scuola annuale di formazione dell’Ucsi “Giancarlo Zizola” (in allegato l’invito). Un tema quanto mai attuale, quello della città e del territorio, dopo giornate drammatiche per tanti nostri territori, colpiti da devastazione e morte da nord a sud, e che riscopriamo fragili di fronte all’ennesima grave ondata di maltempo.
«Il nostro Paese è tra i primi in Europa per incremento annuo di consumo di suolo rispetto alla sua popolazione residente», ricorda l’ingegnere Ispra Michele Munafò. Una patologia ambientale, continua, che in base alla prescrizione comunitaria andrebbe sanata entro il 2050. Della necessità di ritrovare fiducia e speranza per Genova, dopo il crollo del Ponte Morandi, parla l’arcivescovo del capoluogo Ligure Angelo Bagnasco che, come Presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee, indica la solidarietà come la cifra comune che cercano le città del Vecchio Continente. Per l’urbanista Carlo Cellamare la città non è fatta solo di case, infrastrutture e servizi, ma anche delle persone che ci vivono e di tutto quel mondo di relazioni, legami e affetti che plasmano e rendono vivibile il nostro stare insieme e il luogo in cui abitiamo: per cui, una delle sfide dei nostri tempi sta nel ricongiungere la “città di pietra” e la “città degli uomini”.
Il teologo Paolo Benanti descrive come la digitalizzazione e le tecnologie It (internet diffusa, sensori connessi, computer visione e Iot) cambieranno la città e le nostre relazioni, con ricadute politiche importanti sia per i cittadini, sia per chi deve amministrare la cosa pubblica. Lo spettacolo della paura e il rapporto tra media e politica è al centro della riflessione del sociologo Maurizio Fiasco, mentre gli studiosi Paolo De Nardis e Luca Alteri analizzano l’evoluzione dei modelli di città e delle grandi pratiche di “resilienza”, intesa come la volontà da parte dei cittadini di impedire l’allargamento della forbice tra i “vincenti” e i “perdenti” della globalizzazione.
Il numero si occupa inoltre di grandi centri e di periferie, viste non solo come luoghi di degrado, ma anche come gli spazi della creatività e di una possibile rinascita di buone pratiche e buone politiche, e fornisce indicazioni e strumenti utili per i giornalisti che devono raccontare città e territori. È impreziosito dalla ricerca di Lorenzo Ugolini sulla costruzione dello stadio della Roma, al quale sono stati associati sui newsmedia contenuti di natura certamente sportiva, ma anche politica, amministrativa, economica, sociale, storica, urbanistica, artistica e architettonica, e infine giudiziaria.