È l’arca funebre in cui Pier Candido Decembrio volle essere posto, all’interno del quadriportico di Ansperto che precede la Basilica di Sant’Ambrogio, nel lato dove già era sepolto suo padre e una figlia morta prima di lui. Umanista, segretario di rango di Pontefici, di Re e di Filippo Maria Visconti – notissima la sua biografia dedicata al Duca -, Decembrio fu figura di fama e, dunque, il monumento funebre non poteva che essere di raffinata e gran fattura.
Realizzato in pietra arenaria chiara nella seconda metà del secolo XV, solo grazie a un intervento liberale di Ubi Pramerica Sgr si è potuto riportare l’importante modellato a uno stato di leggibilità. Il restauro è stato eseguito dai tecnici del Centro di restauro di Venaria Reale che, impiegando impacchi con solventi delicati e sofisticate puliture con laser calibrati che “sciolgono” le croste più tenaci, hanno consolidato le colonne di sostegno del sarcofago, particolarmente aggredite dal tempo, e pulito la cassa scolpita.
Il restauro è stato presentato in Basilica con un’introduzione dell’abate monsignor Carlo Faccendini e vari interventi, tra cui quello dell’Ad di Ubi Pramerica Andrea Ghidoni. Marco Petoletti dell’Università Cattolica ha posto in relazione Decembrio con l’altro grande del tempo, Francesco Petrarca, che soggiornò a lungo davanti alla Basilica. Particolarmente coinvolgente l’ipotesi formulata da Laura Gnaccolini – che ha seguito i lavori in qualità di direttore della Soprintendenza -, per la quale l’autore del monumento potrebbe essere Giovanni Antonio Piatti (1447-1480): lo proverebbero i caratteri di estremo verismo del ritratto del Decembrio, inginocchiato ai piedi della Vergine con Bambino e le vesti delle figure di Ambrogio, Girolamo e dell’arcangelo Raffaele, modellate in modo marcato e netto.