«Dietrich Bonhoeffer: Fede, Parola, Resistenza» è il titolo dell’incontro in programma sabato 18 novembre, alle 15, al Museo diocesano (piazza Sant’Eustorgio 3, Milano), nel contesto del progetto «Artigiani di sogni» promosso da un gruppo di editori cattolici per Bookcity 2023 (locandina). Si parlerà, tra gli altri, del libro L’ultima notte di Dietrich Bonhoeffer (Pino Petruzzelli, Ares) e interverranno l’autore, don Elvis Ragusa e Francesco Anfossi.
«Questo non è tanto un libro su Bonhoeffer, quanto sull’attualità del suo pensiero, che anche oggi, di fronte a ciò che accade nel mondo, può indicarci una via per continuare a essere umani, agendo per il bene e non per il male».
Pino Petruzzelli (1962), noto drammaturgo, attore e regista che ama immergersi nel quotidiano dei popoli per raccontarne epopee e tragedie, è stato colpito dalla figura e dalle parole scritte dal giovane teologo protestante durante la sua prigionia e ha scritto un monologo teatrale che poi ha rappresentato in moltissimi contesti, ottenendo sempre grande attenzione e partecipazione. Durante il forzato isolamento della pandemia del 2020, ha ampliato la pièce teatrale L’ultima notte di Dietrich Bonhoeffer, tradotta in volume dalle Edizioni Ares.
Con l’immediatezza e la forza dell’arte, il testo ci trasporta in una cella del lager di Flossenbürg. Qui, Bonhoeffer trascorse gli ultimi due dei suoi 39 anni, per aver partecipato all’operazione Walchiria, tentativo fallito di eliminare Hitler. L’autore immagina Dietrich che veglia in attesa che sorga l’alba del 9 aprile 1945. Il suo ultimo giorno.
Mentre le ore trascorrono, il giovane attraversa una gamma di sentimenti contrastanti: la nostalgia per la fidanzata Maria e l’affetto dei suoi cari, la frustrazione per non poter più agire in favore degli Altri bisognosi, la paura che lo schiaccia, ma anche la certezza di aver sempre agito secondo coscienza contro il regime nazista e delle buone ragioni di un’opposizione attiva, fino all’estremo abbandono in Dio. E così, fiducioso e sereno, andrà incontro alla morte.
«Gli scritti di Bonhoeffer vengono qui decantati e riscritti con quella sensibilità a tutto campo propria di Petruzzelli» (V. Ruggieri, la Civiltà Cattolica).