Venerdì 20 settembre, alle 21, nella Basilica di San Simpliciano a Milano, il Centro Culturale di Milano apre il suo programma di proposte per l’anno 2024/25 con la parola incarnata del teatro del dramma di Thomas Stearns Eliot Assassinio nella Cattedrale (ingresso libero, gradita prenotazione sul sito www.centroculturaledimilano.it; vedi qui la locandina).
Il CMC e la Comunità Pastorale Paolo VI, composta dalle parrocchie di San Marco, Santa Maria Incoronata, San Bartolomeo e San Simpliciano, promuovono questo evento che si realizza con e grazie al Laboratorio teatrale dell’Istituto don Gnocchi di Carate Brianza, di giovani studenti liceali con l’attore e regista Andrea Carabelli. Collaborano diverse anime milanesi del lavoro e dell’impegno: Progetto Abbazia Mirasole, Libera Associazione Forense Mario Brusa, M’Impegno, Unione Giuristi Cattolici.
La grande parola della letteratura, forse mai in modo così acuto, ripropone per ciascuno, oggi, la sfida, anche di fronte all’ingiustizia e omologazione, di una nuova forma di nuova libertà e della speranza, quasi sconosciuta alla contemporaneità, il potere della responsabilità e di quello che nullifica l’uomo. La Basilica di San Simpliciano, così significativa per Milano e suggestiva per il suo antico romanico e il magnifico grande affresco del Bergognone, diviene luogo coerente con il testo di Eliot per quel legame di amicizia tra Sant’Ambrogio e Simpliciano, legame di comunione che genera testimoni nel tempo e genera storia umana.
Rappresentato per la prima volta al Festival di Canterbury nel 1935, Murder in the Cathedral è il primo dramma teatrale di Eliot, Nobel nel 1948: «Noi non vogliamo che accada qualcosa. Siamo riusciti a vivere, vivendo e in parte vivendo. Il genere umano non può sopportare tanta realtà» (il Coro, che ci rappresenta tutti…). Nel dramma l’oscillazione tra l’illusione di cambiare la storia e quello che avviene nella testimonianza di Tommaso Becket, Arcivescovo di Canterbury: essere segno di libertà per il suo popolo: «Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, si è consegnato martire non per la presunzione, o l’illusione, di cambiare la storia, ma per essere segno di libertà per il suo popolo. Cosa accade, cosa cambia in noi davanti a un testimone? Nel cuore umano si apre una ferita che permette alla grazia di realizzare la vocazione di ognuno».
I protagonisti sono appunto Becket (arcivescovo e primo ministro) e il Coro, voce del cuore, della titubanza e della aspirazione, il sovrano (re Enrico Platageneta) col quale avviene lo scontro sulla libertà della chiesa, i suoi Tentatori verso Thomas, voci profonde che arrivano al cuore, i Cavalieri. Il potere comanda fin dentro il legame tra l’io e la realtà; Thomas Becket, il protagonista, ritorna per dare invece la sua testimonianza.