Un’opera donata alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese dal prof. Luigi Zanzi e dal cav. Pietro Malnati “in testimonianza di devota gratitudine al Sacro Monte e in memoria dell’opera svolta da Mons. Pasquale Macchi a promozione della rinascita dello stesso nell’ultimo scorcio del sec. XX”, come recita la nota voluta dai benefattori.
Si tratta di un dipinto seicentesco raffigurante S. Carlo Borromeo in deliquio mistico (olio su tela, cm. 70 x 57). L’opera è di grande qualità, oltre che di notevole interesse iconografico. Non è firmata né datata, ma può essere attribuita a un valente artista lombardo (1620/1630) che, per taluni aspetti, può essere avvicinato ai modi di Daniele Crespi. L’esposizione in Museo consentirà ad appassionati e studiosi di scoprire un dipinto inedito, di studiarlo dal vero e di formulare eventuali nuove ipotesi attributive.
La donazione del dipinto alla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte in memoria di Mons. Pasquale Macchi, che la fondò nel 2001, e la decisione di esporlo presso il Museo Baroffio e del Santuario appaiono tanto più rilevanti quando si pensa al fondamentale ruolo di Mons. Macchi per il restauro del Museo e per la costituzione, grazie a una sua donazione, della sezione di arte sacra contemporanea.
L’opera è stata presentata al pubblico l’8 ottobre scorso, con ampio concorso di pubblico. San Carlo è raffigurato mentre, dopo aver meditato sulla morte, simboleggiata dal teschio che ha in mano, cade in estasi e materializza nel Cristo in croce la visione del dolore della Passione.
Convincente è la costruzione della composizione con la sicura torsione della testa di san Carlo, con il teschio in efficace scorcio e con il Crocifisso in secondo piano che segna la profondità dello spazio grazie alla croce posta in diagonale e al capo di Cristo reclinato di lato. Alta è la stesura pittorica, in particolare nel volto di S. Carlo e nel superbo occhio in deliquio. Sorvegliata è la definizione cromatica, come nella manica del camice in cui bianco e grigio si alternano sapientemente, mentre il rialzo cromatico del candido fazzoletto che il santo regge con la mano destra contribuisce a sottolineare la presenza del teschio definito da pennellate “metalliche”.
La luce, proveniente da sinistra, bagna morbidamente il fianco del Crocifisso, arretrato rispetto alla figura. Il leggero chiarore del fondo neutro consente al Crocifisso di palesarsi per raffinato contrasto con il lato del corpo di Cristo in ombra. S. Carlo è colto più fortemente dal raggio: la linea d’ombra sul suo viso appare ben definita.
Si ricorda che domenica 7 novembre sarà l’ultimo giorno dell’apertura stagionale del Museo Baroffio, anche se il Museo riaprirà con orario ridotto durante il periodo natalizio (8 dicembre 2010 – 6 gennaio 2011) e rimarrà sempre valida la possibilità di ottenere l’apertura su prenotazione.
Per informazioni, tel. 0332.212042 www.museobaroffio.it