«La mia poesia è alacre come il fuoco, trascorre tra le mie dita come un rosario». È passato già un anno da che Alda Merini ci ha lasciato, e Milano non se n’è ancora consolata. Tanto le manca, a questa città, e forse al mondo intero, quella sua voce fragile eppure salda, quella sua ansia quieta di verità, quelle sue invocazioni a un Dio che è prima di tutto amore di madre… Nata il ventuno a primavera, come ricordava Alda di se stessa, morta nella festa dei santi tutti, a 78 anni, nella sua casa sul Naviglio Grande ingombra di carte e di memorie, stretta come una tana, calda come un nido.
Oggi la ricordano in tanti, la Merini, con quell’affetto, forse, che così forte si prova soltanto per ciò che si scopre tardi, e con il rammarico di averlo già perduto. Ma la ricorda soprattutto la sua parrocchia, quella di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, dove la poetessa ha vissuto la sua vita di lotte quotidiane, piccole e grandi, di crisi e di gioie, passeggere o profonde, di fede cercata, strappata, conquistata.
Lo sa bene il “suo” parroco, don Giuseppe Vegezzi: «Telefonava spesso – ricorda -, anche tre o quattro volte al giorno, ogni tanto di notte, perchè, mi era chiaro, cercava soprattutto qualcuno con cui parlare…». Incontri fatti di voci, a volte agitati, talora turbolenti, com’era nel carattere di Alda, spontanea fino alla ruvidezza, sincera fino alle lacrime, e con dentro, nell’intimo, quel bisogno che è di tutti, e in lei forse più di tutti, di sfogarsi, di farsi comprendere, di non sentirsi sola. E chi, meglio di un prete, padre, fratello, amico, poteva ascoltare, confessare, perdonare…
Alla sua parrocchia, rammenta ancora don Vegezzi, la poetessa Merini faceva spesso arrivare liriche e versi, sempre nuove, sempre diverse. Non erano omaggi fatti cadere dall’alto di chi concede qualche briciola del suo superiore sapere, ma i messaggi, intimi e accorati, di chi voleva condividere la propria sensibilità con i vicini di casa, con i comparrocchiani, sentendosi parte, e parte viva, di una comunità. Testi pressochè inediti per il grande pubblico, affidati all’immediatezza di un bollettino parrocchiale, che presto saranno raccolti in un nuovo volume.
Nel frattempo, la parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Naviglio commemora Alda Merini, la “poetessa de la Riva”, con un evento di grande spessore artistico, che si terrà proprio oggi, domenica 31 ottobre, alle ore 15.30, in Alzaia Naviglio Grande 34 (info, 02.8372887). «Un Memorial – come spiega il parroco don Giuseppe Vegezzi – che ha ricevuto anche il patrocinio e il contributo del Comune di Milano (Consiglio di Zona 6) e che si svolgerà con l’avvicendarsi delle poesie di Alda Merini, recitate da Laura Bagarella, in un excursus storico che attraversa tutta la sua vita, alternate da musiche eseguite dall’orchestra Nuova Cameristica di Milano e dal coro Jubili Cantores, quale simbolo dell’affetto di tutta la comunità dei Navigli». A Marco Garzonio, presidente della Fondazione Ambrosianeum e caro amico della poetessa, è stato affidato il compito di introdurre l’evento, mentre l’editore Arnoldo Mosca Mondadori, anch’egli fortemente legato all’Alda (come affettuosamente ancora la chiamano su questa parte del Naviglio) nel pomeriggio disegnerà i suoi ritratti artistici sul sagrato della chiesa. Chiuderà la giornata una video-intervista inedita alla poetessa.
E sarà una festa, semplice e commossa, emozionante e vera. Com’era Alda Merini, com’è, ancor oggi e sempre, il mondo poetico che ci ha lasciato: perchè, come scriveva, «i poeti, nel loro silenzio, fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle».
Primo Memorial Alda Merini: la Poetessa de la Riva
domenica 31 ottobre, ore 15.30
Parrocchia Santa Maria delle Grazie al Naviglio
Alzaia Naviglio Grande, 94 – Milano «La mia poesia è alacre come il fuoco, trascorre tra le mie dita come un rosario». È passato già un anno da che Alda Merini ci ha lasciato, e Milano non se n’è ancora consolata. Tanto le manca, a questa città, e forse al mondo intero, quella sua voce fragile eppure salda, quella sua ansia quieta di verità, quelle sue invocazioni a un Dio che è prima di tutto amore di madre… Nata il ventuno a primavera, come ricordava Alda di se stessa, morta nella festa dei santi tutti, a 78 anni, nella sua casa sul Naviglio Grande ingombra di carte e di memorie, stretta come una tana, calda come un nido.Oggi la ricordano in tanti, la Merini, con quell’affetto, forse, che così forte si prova soltanto per ciò che si scopre tardi, e con il rammarico di averlo già perduto. Ma la ricorda soprattutto la sua parrocchia, quella di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, dove la poetessa ha vissuto la sua vita di lotte quotidiane, piccole e grandi, di crisi e di gioie, passeggere o profonde, di fede cercata, strappata, conquistata. Lo sa bene il “suo” parroco, don Giuseppe Vegezzi: «Telefonava spesso – ricorda -, anche tre o quattro volte al giorno, ogni tanto di notte, perchè, mi era chiaro, cercava soprattutto qualcuno con cui parlare…». Incontri fatti di voci, a volte agitati, talora turbolenti, com’era nel carattere di Alda, spontanea fino alla ruvidezza, sincera fino alle lacrime, e con dentro, nell’intimo, quel bisogno che è di tutti, e in lei forse più di tutti, di sfogarsi, di farsi comprendere, di non sentirsi sola. E chi, meglio di un prete, padre, fratello, amico, poteva ascoltare, confessare, perdonare…Alla sua parrocchia, rammenta ancora don Vegezzi, la poetessa Merini faceva spesso arrivare liriche e versi, sempre nuove, sempre diverse. Non erano omaggi fatti cadere dall’alto di chi concede qualche briciola del suo superiore sapere, ma i messaggi, intimi e accorati, di chi voleva condividere la propria sensibilità con i vicini di casa, con i comparrocchiani, sentendosi parte, e parte viva, di una comunità. Testi pressochè inediti per il grande pubblico, affidati all’immediatezza di un bollettino parrocchiale, che presto saranno raccolti in un nuovo volume.Nel frattempo, la parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Naviglio commemora Alda Merini, la “poetessa de la Riva”, con un evento di grande spessore artistico, che si terrà proprio oggi, domenica 31 ottobre, alle ore 15.30, in Alzaia Naviglio Grande 34 (info, 02.8372887). «Un Memorial – come spiega il parroco don Giuseppe Vegezzi – che ha ricevuto anche il patrocinio e il contributo del Comune di Milano (Consiglio di Zona 6) e che si svolgerà con l’avvicendarsi delle poesie di Alda Merini, recitate da Laura Bagarella, in un excursus storico che attraversa tutta la sua vita, alternate da musiche eseguite dall’orchestra Nuova Cameristica di Milano e dal coro Jubili Cantores, quale simbolo dell’affetto di tutta la comunità dei Navigli». A Marco Garzonio, presidente della Fondazione Ambrosianeum e caro amico della poetessa, è stato affidato il compito di introdurre l’evento, mentre l’editore Arnoldo Mosca Mondadori, anch’egli fortemente legato all’Alda (come affettuosamente ancora la chiamano su questa parte del Naviglio) nel pomeriggio disegnerà i suoi ritratti artistici sul sagrato della chiesa. Chiuderà la giornata una video-intervista inedita alla poetessa.E sarà una festa, semplice e commossa, emozionante e vera. Com’era Alda Merini, com’è, ancor oggi e sempre, il mondo poetico che ci ha lasciato: perchè, come scriveva, «i poeti, nel loro silenzio, fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle».Primo Memorial Alda Merini: la Poetessa de la Rivadomenica 31 ottobre, ore 15.30Parrocchia Santa Maria delle Grazie al NaviglioAlzaia Naviglio Grande, 94 – Milano –