18/09/2008
di Rita SALERNO
«L’evoluzione biologica: “Scienza e fede: dibattito sull’evoluzione”» è il tema del convegno internazionale, in programma a Roma dal 3 al 7 marzo 2009, organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana e dalla Notre Dame University negli Stati Uniti, sotto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura. L’appuntamento si colloca nell’ambito del Progetto STOQ, sigla che sta per Scienza, Teologia e Questione ontologica, a cui partecipano sette atenei pontifici, coordinati dal Dicastero vaticano, con il preciso obbiettivo di costruire un ponte tra scienza e teologia.
A 150 anni dalla pubblicazione dell ’Origine della specie di Charles Darwin, scienziati di varie discipline e filosofi – credenti e non credenti – da ogni parte del mondo, insieme a teologi, faranno il punto sulle teorie evoluzionistiche, sgombrando anzitutto il campo da un equivoco di fondo, come ha precisato il presidente del Pontificio Consiglio della cultura, monsignor Gianfranco Ravasi: « Vorrei ribadire la non incompatibilità a priori tra le teorie dell’evoluzione con il messaggio della Bibbia e della teologia. Darwin, sapete, non è mai stato condannato, l’Origine della specie non è all’indice , ma soprattutto ci sono pronunciamenti molto significativi nei confronti dell’evoluzione da parte dello stesso magistero ecclesiale, e sarà interessante seguire questo congresso internazionale perché esso cercherà in tutti i modi di intrecciare in armonia da un lato sicuramente la parte scientifica, che avrà un grande rilievo nei primi giorni, con la parte filosofica e la parte teologica».
Sulla scorta del pronunciamento di Pio XII nell’Umani Generis nel 1950 e del discorso di Giovanni Paolo II nell’ottobre del ‘96 all’Accademia delle Scienze secondo cui l’evoluzione non è più considerata "una mera ipotesi", ma una "teoria che si è progressivamente imposta all’attenzione della ricerca", monsignor Ravasi ha auspicato che tre virtù possano animare il dibattito in questo congresso: anzitutto la ricerca, seria, non approssimativa, oltre i luoghi comuni, gli stereotipi, le arroganze, i radicalismi ed anche oltre i complessi d’inferiorità di cui a volte soffre la teologia.
Le altre due virtù raccomandate dal presule sono l’umiltà e l’ottimismo : «Noi – ha detto il presidente del dicastero vaticano della cultura – il teologo da una parte, lo scienziato dall’altra, abbiamo i piedi piantati su terreni diversi, su regioni differenti che hanno bandiere differenti, statuti differenti. Ma l’importante è che la linea di demarcazione non sia una “muraglia cinese” o una “cortina di ferro” , oltre la quale non si guarda per disprezzo o per non-desiderio; ma ci sia proprio la nobiltà, io direi, della distinzione: la distinzione che non è separatezza».
Ed ha poi aggiunto: « E’ necessario quindi un atto di umiltà anche da parte del teologo , che deve ascoltare e imparare e dall’altra parte, occorre superare quell’arroganza di alcuni scienziati che sbeffeggiano chi si ostina nella fede, considerata – la fede o la teologia – come il relitto di un paleolitico intellettuale buttato ormai ai margini di un luminoso e progressivo viale battuto dalla scienza».
Alla conferenza stampa di presentazione in Vaticano, erano presenti anche Marc Leclerc , ordinario di Filosofia della Natura alla Gregoriana, Alessandro Minnelli docente di Zoologia all’Università di Padova ed Gennaro Auletta , direttore scientifico del Progetto STOQ, che ha riassunto nello slogan “No ad evoluzionismo chiuso, sì ad un evoluzionismo in evoluzione”. Infine, monsignor Ravasi ha annunciato importanti eventi incentrati su Galileo Galilei per il 2009, proclamato dall’ONU Anno dell’Astronomia.