12/09/2008
di Silvio MENGOTTO
Non sempre è stato dato il giusto valore alla presenza delle donne nei racconti evangelici. Il libro di Lilia Sebastiani, in un certo senso, vi pone oggi rimedio.
Il volume Svolte – donne negli snodi del cammino di Gesù non è una lettura femminile o femminista al tema degli incontri di Gesù con le donne della Palestina, ma una lettura integrale, non integralista, dei vangeli con una spiccata sensibilità verso il protagonismo delle donne. Sensibilità che la Sebastiani ha sempre avuto nei suoi libri e articoli specializzati sull’argomento.
Tutti i vangeli dicono che le donne sono le prime testimoni fondamentali della passione, morte e risurrezione di Gesù. Precisazione importante e contraddittoria con la mentalità ebraica del tempo profondamente discriminante verso le donne al punto di non ammetterle come testimoni.
Il libro è ben strutturato: metodologicamente aiuta il lettore a non smarrire, nel cammino di Gesù, le svolte controcorrente a volte dirompenti e laceranti, con la presenza del femminile. L’autrice propone letture comparate su comuni episodi (le nozze di Cana, la Cananea, la vedova di Pietro, l’adultera, Marta e Maria, la sirofenicia, etc ).
Il libro si suddivide in sette articolati capitoli: le nozze di Cana, il discepolato femminile, l’apertura alla stranierità (sirofenicia e samaritana), un modo inedito di rapportarsi con il peccato, dove si sottolinea maggiormente non l’osservanza rigida dei precetti, ma l’interiorità personale e il criterio dell’amore.
E’ significativo che i tre resuscitamenti riportati dai vangeli sono sollecitati da tre donne. L’unzione di Betania quale rito profetico che annuncia anticipatamente la morte di Gesù. Per ultimo l’Ora di Gesù , in cui il senso della morte si comprende alla luce della Pasqua dove le donne, in primis Maria di Magdala, svolgono un protagonismo a tutto campo.
La partecipazione di Gesù alle nozze di Cana significa che il Maestro non disprezza la gioia e la convivialità, anche perché in Israele le nozze erano considerate una festa importante. Il miracolo di Cana si concretizza perché Gesù fa spazio al principio femminile. Sin dall’inizio dell’attività pubblica di Gesù a lui si uniscono non solo discepoli, ma anche discepole, come ci descrive quasi in dettaglio il vangelo lucano (cap. 8). Anche su questo versante c’è reticenza nel parlare del discepolato femminile. La stessa Maria di Magdala segue Gesù sin dall’inizio, e non era affatto una prostituta – nessun vangelo ne parla – ma colpita da profondi disturbi psichici. In un certo senso “Gesù non discute la parità, ma la attua”.
Con Marta e Maria si capisce che Gesù apre alle donne, atteggiamento controcorrente, all’ascolto della Parola. Significativo l’episodio con la samaritana al pozzo nella sua terra scomunicata , dove la donna è tre volte irregolare. In primis perché donna e, in quanto tale, rappresenta marginalità e sospetto, poi perché gli israeliti per ragioni storiche disprezzavano profondamente i samaritani. Dare del “samaritano” significava dare del bastardo e dell’eretico contemporaneamente.
La samaritana, con i suoi cinque mariti, evidenzia una vita personale alterata e instabile. Eppure, paradossalmente, proprio a lei Gesù rivolge il colloquio più complesso del Vangelo. Sarà la samaritana a porre una domanda non banale quando chiede quale fosse il luogo dello Spirito e Gesù risponde dicendo che è quello della verità. E’ la samaritana ad essere la prima annunciatrice del Vangelo tra i pagani dove, a sorpresa, Gesù rimane per dialogare per tre giorni. Al centro del Vangelo c’è la proposta di vita nuova, cioè il Regno, non solo il pentimento. In Israele l’adulterio è considerato un peccato grave. Il Talmud prevede anche la pena di morte per lapidazione, mentre il ripudio è consentito solo agli uomini.
Sembra che il cristianesimo sia più attraversato dal dolorismo che porta ad adorare la croce più del crocifisso risorto. Non a caso l’ultimo capitolo del volume si focalizza sul pullulare di donne che dal Golgota vanno al giardino della risurrezione quale nuovo ritorno all’Eden della nuova creazione. In questo passaggio le donne non sono le “tifose” di Gesù, ma le discepole. La tomba vuota non fa scattare subito la fede. La vera svolta passa da Maria di Magdala citata da tutti gli evangelisti: per Giovanni è la sola che si reca alla tomba dimostrando un’assoluta e smisurata tensione verso Gesù.
La risurrezione di Gesù non è un tornare indietro nel tempo della propria storia, come succede all’amico Lazzaro che morirà successivamente, ma un andare avanti. L’autrice parla, giustamente, di risurrezione solo per Gesù. “Ho visto il Signore”, con queste le parole Maria di Magdala esprime l’accettazione del cambiamento, un aprirsi all’accoglienza della risurrezione. Un libro necessario per allargare l’orizzonte della conoscenza della Parola perché ne costituisce una svolta necessaria e indispensabile per il presente e il futuro.
Lilia Sebastiani,
Svolte – donne negli snodi del cammino di Gesù
Edit. La Cittadella
(pp. 314, Euro 18)