18/06/2008
«Chi lo avrebbe mai detto che lo sarei diventato anch’io, un autore? Ma forse, in fondo in fondo, quando scrivevo in segreto il mio diario lo speravo»
(Il sergente nella neve)
Nato ad Asiago in provincia di Vicenza nel 1921 da Giovanni Battista e Annetta Vescovi, terzo di sette fratelli, e una sorella, trascorre l’infanzia tra i pastori e la gente di montagna dell’Altopiano di Asiago. La famiglia numerosa commercia con la pianura in prodotti delle malghe alpine, pezze di lino, lana e manufatti in legno della comunità dell’Altipiano. Studia fino alla terza avviamento al lavoro, poi lavora presso la bottega di famiglia.
Nel 1938 si arruola volontario alla scuola militare d’alpinismo di Aosta e, più tardi, combatte come alpino nella divisione Tridentina, nel battaglione Vestone, al confine con la Francia al tempo dell’entrata in guerra dell’Italia, quindi Albania, Grecia, Russia. Fatto prigioniero dai tedeschi allorché l’Italia firma l’armistizio di Cassibile (8 settembre 1943), è trasferito in Prussia orientale. Rientra a casa a piedi dopo due anni di lager, il 5 maggio 1945.
Finita la guerra Rigoni Stern ritorna ad Asiago da dove non si trasferirà più e dove ha vissuto fino alla morte nella casa da lui stesso costruita. Viene assunto presso l’Ufficio imposte del catasto del suo stesso comune. Manterrà questo impiego fino al 1970 quando lo lascerà per dedicarsi appieno all’attività di scrittore. Nel 1946 si sposa con la moglie Anna dalla quale avrà tre figli. Esordisce come scrittore nel 1953, con il libro autobiografico Il sergente nella neve, in cui racconta la sua esperienza di sergente degli Alpini nella disastrosa ritirata di Russia durante la seconda guerra mondiale. Con quest’opera egli si colloca all’interno della corrente narrativa neorealista. Il libro viene pubblicato su indicazione di Elio Vittorini conosciuto da Rigoni Stern nel 1951. Ha condiviso immagini, storie e ricordi con Primo Levi e Nuto Revelli.
Sul finire degli anni sessanta scrive il soggetto e collabora alla sceneggiatura de I recuperanti, film girato da Ermanno Olmi sulle vicende delle genti di Asiago all’indomani della Grande guerra. Successivamente pubblica altri romanzi nella sua terra natale e ispirati a grande rispetto e amore per la natura. Sono inoltre ben sottolineati nelle sue storie quei valori ritenuti importanti della vita. Sono questi i temi di Il bosco degli urogalli (1962) e Uomini, boschi e api (1980).
Nel 1999 gira con Marco Paolini un film-dialogo diretto da Carlo Mazzacurati e Paolini stesso, Ritratti: Mario Rigoni Stern. Nel film Rigoni Stern racconta la sua esperienza di vita, la guerra, il lager e il difficile ritorno a casa, ma anche il rapporto con la montagna e la natura. Il racconto come veicolo della memoria: per il Sergente è doloroso ma fondamentale portare agli altri la propria esperienza. A proposito del senso della vita dice: « …il momento culminante della mia vita non è quando ho vinto premi letterari, o ho scritto libri, ma quando la notte dal 15 al 16 sono partito da qui sul Don con 70 alpini e ho camminato verso occidente per arrivare a casa, e sono riuscito a sganciarmi dal mio caposaldo senza perdere un uomo, e riuscire a partire dalla prima linea organizzando lo sganciamento, quello è stato il capolavoro della mia vita…. »
Per la sua sensibilità verso il mondo della natura e della montagna l’11 maggio 1998 l’Università di Padova gli ha conferito la laurea honoris causa in scienze forestali ed ambientali. Il 14 marzo 2007 l’Università degli studi di Genova gli ha conferito la laurea honoris causa in scienze politiche. Oltre a vari premi per i suoi romanzi, nel 1997 ha vinto il Premio Feltrinelli e nel 2003 il Premio Chiara alla carriera.
(Notizie biografiche tratte da wikipedia.it)