La “rete” non cattura solo pesci. A volte, soprattutto se è quella del web, conserva tra le sue maglie autentiche “prelibatezze”. Come quelle provenienti dal mondo dell’arte che i coniugi Sergio Mandelli e Ly thi Thanh Thao illustrano nella videorubrica Praline, on line attraverso il canale Youtube (www.youtube.com/mandelliarte, www.mandelliarte.com) ormai dal 2012.
Esperti operatori di questo mondo, dopo una lunga attività come galleristi Sergio e Thao hanno virato decisamente verso i new media, una frontiera lungo la quale è ovviamente possibile cogliere l’attenzione di molte più persone rispetto a quelle che si riuniscono in una sala espositiva in occasione di un vernissage o di una mostra. Così è nata “Praline”, nella quale Thao (versione inglese) e Sergio (versione italiana) presentano artisti, opere e novità significative dell’arte moderna e contemporanea descrivendo con semplicità il percorso storico, culturale e artistico dell’autore e spiegando come sia nato un determinato linguaggio creativo. In questo modo collezionisti, studenti e operatori del settore possono disporre delle “chiavi” per entrare nel mondo di ogni artista che, come spiega Mandelli, «prima di una quotazione di mercato, è un uomo che crea, che dedica la sua vita a trovare una soluzione estetica a un problema che ha sempre a che fare con le questioni fondamentali dell’esistenza».
Il cabaret di “Praline”, oltre che gustoso, è ormai anche decisamente ricco, visto che la rubrica ha già raggiunto le 50 puntate, andando a comporre un’enciclopedia on line di facile consultazione. Per festeggiare questo significativo traguardo, in collaborazione con Spazio Tadini, Mandelli Arte ha raccolto in una mostra le opere a cui sono state dedicate le prime 50 puntate.
La rassegna è visitabile fino a domenica 8 febbraio presso lo Spazio Tadini di via Jommelli 24 a Milano. Questo perché la “pralina” numero 50 è dedicata proprio a Emilio Tadini, pittore, intellettuale e grande protagonista della cultura della seconda metà del Novecento. Così, con la collaborazione dei coniugi Francesco Tadini e Melina Scalise, fondatori di Spazio Tadini, la “praline” sono state riunite in quello che un tempo era lo studio dell’artista e che oggi è una Casa Museo in seno al progetto Storiemilanesi.org di Fondazione Adolfo Pini.
Già la location, quindi, è estremamente affascinante, dato che porta a contatto col tavolo di lavoro di Tadini, con i suoi colori ancora pronti all’uso sulle mensole, con il suo vastissimo archivio. E la celebrazione si amplia fino all’esposizione dei bozzetti originali da lui realizzati per Il paradiso perduto di Milton, nell’edizione de “I Millenni” di Einaudi.
Le altre opere esposte sono il frutto del lavoro e della creatività di artisti di diverse generazioni e provenienze (veramente da tutto il mondo: c’è anche l’australiano Wenten Rubuntja, aborigeno), che si distinguono per forma, tecnica e linguaggio espressivo, spaziando dalla pittura alla scultura, dalla grafica alla fotografia: nomi come Luciano Minguzzi, Emilio Isgrò, Jan Knap, Andrea Chiesi, Valentino Vago… Con “chicche” multimediali come quella del vietnamita Dinh Quang Le, che per raccontare la guerra che devastò il suo Paese (una tragedia la cui “storia” appartiene di fatto alle sole ricostruzioni made in Usa) sottolinea il passaggio generazionale tra due attori, padre e figlio, Martin e Charlie Sheen, rispettivamente protagonisti dei due cult-film Apocalypse Now e Platoon.