Papa Francesco e il cammino verso il Giubileo, riscoprendo il Concilio e i suoi documenti: con Rai Vaticano prosegue l’avvicinamento al prossimo Anno Santo con la nuova puntata di «Giubileo 2025 – Pellegrini di Speranza», il programma di Stefano Ziantoni scritto con Nicola Vicenti, e con Elisabetta Castana, Paola Coali, Stefano Girotti, Costanza Miriano e Martha Michelini, a cura di Chiara Terranova, montaggio di Pier Luigi Lodi, in onda su Rai 1 domenica 30 aprile alle 24.25.
«La Sacrosantum Concilium è la prima delle grandi Costituzioni conciliari sulla Sacra liturgia – dice nell’intervista-guida monsignor Vittorio Francesco Viola, segretario del Dicastero del Culto Divino -. È il punto di arrivo di una lunga riflessione, della riscoperta di quelli che sono i pilastri della vera tradizione: la scrittura, i padri, la liturgia stessa. Il Concilio ci ricorda che la liturgia è il momento attuale, l’Oggi della storia della salvezza. Ed è proprio con la liturgia, profondamente rinnovata dal Concilio, che la Chiesa ha voluto dare il segno maggiore di cambiamento, aprendosi alla contemporaneità. Non solo paramenti e arredi, ma a cambiare è stata la forma stessa dell’edificio “chiesa”».
«Il sacro è qualcosa che va al di là della nostra conoscenza della nostra fruizione – dice a Rai Vaticano l’architetto Mario Botta -, una forma, un ambiente, una condizione finita. Solo oltre il finito si può immaginare il sacro». E l’ambiente sacro è lo spazio di dialogo e di incontro con il Divino. Solo a Roma sono oltre 700 le chiese, antiche e moderne. Centrali e periferiche. Uno scambio continuo dove la sfida è renderle cuori pulsanti di una comunità. Così è ad Acilia dove, nella chiesa di San Maurizio Martire, ci si sforza di aiutare le persone che vivono nel bisogno per costruire una grande famiglia. E così è anche in una delle chiese-simbolo del Giubileo del 2000, progettata dall’archistar americano Richard Meier: una nave a vele spiegate, l’immagine del viaggio della cristianità nel mondo di oggi.
Ma la liturgia non è solo rito: memoria, preghiera, impegno sono anche le caratteristiche di chi marcia per la pace e di chi corre leggero. Un gruppo di militari, riuniti e guidati spiritualmente dai cappellani e un atleta, Filippo Tortu, che non solo lima centesimi, ma si interroga nel silenzio. Anche questo è esercizio. E la musica? Che sia il coro dell’Antoniano di Bologna o il gruppo rock The Sun, se si canta bene – come ha detto Sant’Agostino – si prega due volte.