Si intitola “Luce di Paradiso” la mostra dedicata alle forme e ai colori di padre Costantino Ruggeri (1925-2007), frate francescano, sacerdote, artista di fama mondiale e di vastissima e multiforme produzione.
Allestita presso il Palazzo Arese Jacini a Cesano Maderno, la mostra sarà visitabile fino al 4 febbraio (vedi gli orari nella locandina allegata).
La mostra:
Nei legami che padre Ruggeri ha stabilito tra collages e vetrate, in molte chiese in Italia e all’estero, emerge con freschezza spontanea la potente religiosità della sua spiritualità francescana. Con le vetrate, di cui i collages erano in gran parte preparazione, ha prodotto un fiume straripante e vitale di luce colorata, ricca di riverberi e di misteriosi messaggi, provocando alla gioiosa
esperienza narrata da Dante nel canto XXX del Paradiso nella Divina Commedia.
La sequenza dei pannelli a parete guida dapprima il visitatore ad una previa e sintetica conoscenza dell’artista, della sua formazione, del suo approdo al convento pavese di Canepanova; presenta successivamente due grandi sezioni comprendenti l’una il corpus documentario dei collages e l’altra quello delle vetrate, separate tra loro dal breve intermezzo di pannelli dedicati a Matisse e a Vence, maestro e opera di riferimento meditata a lungo ma non imitata.
Nelle bacheche è invece esposta una serie di collages estratta dalle 37 cartelle in cui il padre volle fossero raccolte. Un facsimile del libro da lui composto, sulla base di una pubblicazione a stampa, per esplorare la celebre Cappella di Vence può essere sfogliato dai visitatori. Un bozzetto di vetrata consente di cogliere il metodo di padre Ruggeri costruttore di vetrate. Alcuni brevi filmati introducono ad una conoscenza diretta del padre e del mondo conventuale in cui operava.
La mostra nasce dalla collaborazione di lunga durata con i membri della pavese Fondazione Frate Sole, erede del patrimonio e custode della memoria del padre.
Opportuna e vantaggiosa è parsa la possibilità di sviluppare in contemporanea il racconto delle invenzioni tra collages e vetrate in due sedi, a Pavia e a Cesano Maderno, secondo una regia che restituisse la complementarietà dei suoi contenuti sulla base di un’unica struttura interpretativa, con opportuno dosaggio tra pannelli distinti e identici. Si è addivenuti pertanto a qualificare come mostra-laboratorio
la ‘sezione’ pavese, come esposizione documentaria quella in Cesano Maderno.
Piaceva a padre Costantino percepire e far percepire l’armonia gioiosa del creato e degli uomini redenti inventando figure, ora più facili ora più misteriose e sempre in continua trasformazione, con semplici ritagli di carte colorate.
Come Matisse gli piaceva rendere questo “gioco infantile” con le forbici il momento di genesi di un’arte fatta di luce. Forse si accorse che, nel “gioco”, esplodeva in lui quell’allegrezza portata dagli angeli ai pastori nella notte della nascita del Salvatore.