Genitore, terapia, barriera, servizio, gradino, abilità, diritto, indipendente, ragazzo, inclusione, residenza, libertà, grave, immagine, normale: parole normali che hanno un significato preciso nel vocabolario, ma che possono assumerne un altro (spesso stravolto) nel quotidiano delle persone con disabilità. Parole corrette, ma da usare con attenzione, perché possono mettere in discussione gli approcci moderni e rispettosi di cui abbiamo imparato a compiacerci. Fino a nascondere discriminazioni, quando non vere forme di segregazione.
Parole che interessano soprattutto coloro che, con esse, lavorano nella routine quotidiana: i giornalisti, che devono raccontare e contestualizzare le storie della disabilità; gli “operatori”, che devono dare corpo a progetti, protocolli e consuetudini nell’infinita gamma delle relazioni di cura.
Partirà proprio da queste 15 parole, commentate per la prima volta sul mensile “Il Segno” da Giovanni Merlo, il seminario promosso da Ledha e dalla rivista Il Segno, in calendario per mercoledì 29 maggio all’Istituto dei Ciechi di Milano (Clicca qui per iscriverti)
Oltre a Giovanni Merlo, autore del libro che dà il titolo all’incontro (appena uscito per In Dialogo) interverranno Stefano Trasatti, Cecilia Marchisio, Matteo Schianchi, Roberto Bernocchi e Valentina Tomirotti.
Il convegno è a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.
Iscrizione obbligatoria entro il 20 maggio 2024.