Dal 22 novembre al 15 gennaio, il Museo d’Arte e Scienza di Milano ospiterà una mostra affascinante dal titolo “Ibeji figli del tuono”, che esplora il culto dei gemelli presso la popolazione Yoruba della Nigeria. Curata dagli studiosi Bruno Albertino e Anna Alberghina, esperti di Arti Africane, la mostra offre uno sguardo profondo su una delle tradizioni spirituali più suggestive dell’Africa occidentale. Nella mostra saranno esposte oltre 100 sculture corredate di una meticolosa scheda tecnica, fotografie e audiovisivi.
Il libro, edito da Magenes, di circa 200 pagine con immagini a colori e bilingue consente di comprendere a fondo la realtà rituale e artistica del culto dei gemelli.
Indissolubile per l’eternità è il legame dei gemelli. Questo l’oggetto del libro e della mostra al Mas di Milano dal titolo “Ibeji figli del tuono” curata da Bruno Albertino e Anna Alberghina, studiosi delle Arti Africane e autori di numerosi testi sulla materia. Il culto dei gemelli presso la popolazione Yoruba della Nigeria rappresenta uno dei capitoli più affascinanti della ritualità africana. Raffinati oggetti magici, pregni di mistero, le piccole sculture raffigurano i gemelli morti e ci permettono di compiere un lungo viaggio nel mondo degli Dei africani.
Le piccole sculture oggetto del libro e della mostra portano il nome di “ere ibeji” ovvero “immagini di gemelli” e sono opera di scultori Yoruba, un’etnia della Nigeria sud occidentale e del Benin sud orientale. Ognuna di queste piccole figure scolpite nel legno rappresenta lo spirito di un gemello deceduto. Le nascite gemellari, particolarmente frequenti presso gli Yoruba, sono considerate foriere di grande fortuna per la famiglia, i gemelli sono, perciò, oggetto di onori sia da vivi che da morti.
Secondo gli Yoruba, i gemelli hanno una sola anima, se uno dei due muore, la vita del gemello vivente è in pericolo. L’ibeji custodisce l’anima del gemello morto e ricostituisce l’equilibrio spirituale perduto con il gemello vivente. La madre tratta l’ibeji come se fosse un bimbo vivo: lo accarezza, lo lava, lo nutre, lo porta con sé sul dorso avvolgendolo nella propria veste e lo cosparge di offerte alimentari, polvere rossa di camwood e indaco. Le statuette vengono custodite nel santuario di famiglia e, alla morte della madre, i fratelli superstiti subentrano nella loro cura fino alla loro morte. Shango, dio del fulmine e del tuono, rappresentato con la doppia ascia, è “l’orisha” padre e protettore degli ibeji.
Lo stile degli ere ibeji varia a seconda dei villaggi, delle città, e delle regioni. Ogni particolare dell’ere ibeji può servire a identificare la zona di provenienza: l’acconciatura, il volto, la posizione di mani e braccia, la base, le scarificazioni.
La Mostra avrà luogo nell’affascinante cornice nel Museo d’Arte e Scienza a Milano in Via Quintino Sella 4 angolo Piazza Castello dal 22 novembre al 15 gennaio
(apertura lunedì – mercoledì – venerdì dalle 10 alle 18, martedì e giovedì dalle 14 alle 18).
Il museo, che ospita già una bellissima collezione privata di arte africana, da anni si impegna nel diffondere la conoscenza di questa ricca tradizione artistica e culturale attraverso visite guidate alle scuole, eventi pubblici, mostre temporanee a tema e molto altro con lo scopo di creare ponti tra le culture e attraverso l’arte e la bellezza, arrivare al cuore di tutti.
L’imprenditrice milanese Bali Lawal, anch’essa originaria della cultura Yoruba, sarà la madrina di questo evento che coinvolgerà il Comune ma anche il Consolato nigeriano e la Comunità nigeriana di Milano.
Ingresso gratuito.
Inaugurazione il 22 novembre dalle 18.30.