L’eremo di Santa Caterina del Sasso ospita dal 28 febbraio al 1° aprile 2024 la mostra “La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo”
Venerdì 12 gennaio in anteprima la mostra sarà presentata insieme a Zona, Carta di Roma, Archeologistics e Fraternità francescana di Betania.
Intervengono:
dott. Marco Magrini, presidente della Provincia di Varese
mons. Franco Agnesi, vicario generale Diocesi di Milano
dott.ssa Paola Barretta, portavoce Associazione Carta di Roma
fra’ Roberto Fusco, Fraternità francescana di Betania
dott.ssa Elena Castiglioni, Archeologistics
All’alba del 3 ottobre 2013, un vecchio peschereccio con oltre 500 persone a bordo naufraga a ridosso dell’isola di Lampedusa. Vengono recuperati 368 corpi di persone di nazionalità eritrea. Per la prima volta, i corpi dei naufraghi sono visibili al mondo intero. È un evento che cambia la percezione dei naufragi e che scatena una reazione emotiva a livello politico, mediatico e sociale.
Da quella tragedia, dal 2014 a oggi, si contano oltre 31.000 persone morte nel Mediterraneo con la speranza di raggiungere l’Europa.
Gli arrivi via mare fanno parte del nostro immaginario delle migrazioni. Eppure, a distanza di dieci anni, l’opinione pubblica italiana (ed europea) sembra essersi assuefatta ai naufragi e alle morti in mare.
La mostra tramanda la memoria della tragedia del mare con gli oggetti, le fotografie e le testimonianze di chi ha vissuto il naufragio del 3 ottobre 2013.
L’Eremo di Santa Caterina del Sasso, la cui storia prende avvio da un naufragio, ospita la mostra dopo il primo allestimento del Memoriale della Shoah di Milano, grazie alla collaborazione di Provincia di Varese, Archeologistics srl e Fraternità Francescana di Betania.
La memoria degli oggetti. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo è un progetto di Carta di Roma e Zona.
La mostra raccoglie e presenta gli oggetti appartenuti alle persone migranti decedute nel naufragio del 3 ottobre 2023, le fotografie di Karim El Maktafi e i video di Valerio Cataldi.
E’ un progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.