Nell’ambito della rassegna “Stili di vita, libertà di scegliere. Verso la giornata delle vittime innocenti della mafia” la Città di Valmadrera in collaborazione con il Comune di Civate, i coordinamenti provinciali di Libera e Avviso Pubblico di Lecco, propone la mostra “Sub tutela Dei. Il giudice Rosario Livatino”, realizzata dalla sezione mostre del Meeeting di Rimini. Un’occasione importante per approfondire temi fondamentali legati ai valori civili e al rispetto della legalità, si terrà presso la Sala Consiliare del Centro Culturale Fatebenefratelli dal 2 al 10 marzo 2024.
L’inaugurazione si terrà sabato 2 marzo alle 10.30, con un momento introduttivo presso la Sala Auditorium del centro Culturale Fatebenefratelli che vedrà gli interventi dell’Avv. Carlo Torti ( tra i curatori della Mostra), Piero Nava (testimone di origine lecchese del delitto, in collegamento), Salvatore Insenga (cugino del Giudice) e l’Avv. Brenna Nicola di Lecco (collaboratore per l’evento).
L’ingresso è gratuito. È possibile prenotare visite guidate per classi e gruppi telefonando o scrivendo alla Biblioteca Civica: tel. 0341 205112 mail: biblioteca@comune.valmadrera.lc.it
La mostra vuol far conoscere la figura di Rosario Livatino, magistrato siciliano che ha operato per tutta la sua carriera nell’Agrigentino, ucciso dalla mafia nel 1990 e beatificato il 9 maggio 2021. Le sezioni in cui è composto il percorso espositivo presentano i vari momenti della vita del giovane magistrato: a partire dal giorno dell’agguato e della sua uccisione, viene poi presentata la sua formazione personale e umana, con il riferimento alla sua famiglia, al contesto storico del suo tempo e alla sua profonda religiosità. Viene poi presentata la sua formazione professionale e il suo operato come giudice, rilevando come abbia risposto al difficile contesto sociale e alla scarsità di mezzi mettendo tutta la sua intelligenza, la sua passione, il suo impegno e il suo estremo rigore professionale nella ricerca della verità e della giustizia al servizio del bene comune, tanto da attirare l’attenzione dei mafiosi, che decisero di eliminarlo. Infine viene dato spazio al martirio e alla beatificazione di Livatino e alla sua eredità.