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In libreria

Suor Enrichetta raccontata da una donna

Nel nuovo libro di Luisa Bove una ricca biografia dell’«Angelo di San Vittore». La postfazione è di Luigi Pagano, Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Lombardia

di Giulia MONTI

6 Giugno 2011

Suor Enrichetta Alfieri. L’angelo di San Vittore (Paoline, 224 pagine, 14 euro), scritto da Luisa Bove, con postfazione di Luigi Pagano, Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Lombardia, sarà in libreria nei prossimi giorni. Si tratta di una ricca biografia in 20 capitoli (con una sezione fotografica) di suor Enrichetta delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida che ha dedicato la vita alle detenute di San Vittore.
La storia di questa religiosa, unica nel suo genere, è raccontata attraverso il ricordo di tante persone che l’hanno conosciuta e hanno testimoniato al processo per la sua beatificazione: detenuti, agenti, gente comune, sacerdoti, suore… Tra i tanti spiccano personaggi illustri come il giornalista Indro Montanelli, il conduttore televisivo Mike Bongiorno e il fondatore dell’Istituto “La Casa” don Paolo Liggeri, arrestati e incarcerati a San Vittore durante la guerra. Ognuno di loro ha ricordato la piccola e coraggiosa suora che ha compiuto nei loro confronti gesti indimenticabili.
«Suor Enrichetta – dice Luigi Pagano – ha saputo vedere oltre, superando la retorica»; d’altra parte «i santi o i beati sono quelli che si sporcano le mani, che si impegnano direttamente». Nel 1939 suor Enrichetta diventerà superiora della comunità religiosa a San Vittore e dovrà spesso affrontare il Comando tedesco che durante la guerra occuperà l’Istituto di pena. In quegli anni aiuterà ebrei e detenuti politici per impedirne la carcerazione e la deportazione nei campi di concentramento nazisti. Accusata di spionaggio, suor Enrichetta verrà poi arrestata e rinchiusa in una cella nei sotterranei di San Vittore. Sarà condannata alla fucilazione, ma grazie all’intervento del cardinale Schuster verrà graziata e internata in una struttura che ospitava persone con problemi psichici. In seguito tornerà al “suo” amato carcere per assistere ancora uomini e donne reclusi.
Il coraggio, la fede, la determinazione, il senso della giustizia, la bontà saranno i tratti distintivi di ogni sua azione. Suor Enrichetta sarà amata e stimata non solo da detenuti, agenti, avvocati, giudici, ma da tutta Milano (la folla ai suoi funerali lo confermò) e dai tanti italiani che l’avevano conosciuta attraverso i giornali.
Quello di Luisa Bove è un libro avvincente che, oltre a far conoscere i tratti spirituali e umani della «Mamma di San Vittore» o dell’«Angelo di San Vittore» (come veniva chiamata suor Enrichetta), permette di capire qualcosa di più della difficile realtà del carcere di eri e forse anche di oggi.