La Chiesa ortodossa russa ha giurisdizione su tutti i territori dell’ex Urss:
le repubbliche del mar Baltico (Lituania, Lettonia, Estonia), la Bielorussia e l’Ucraina, le tre repubbliche del Caucaso (Armenia, Georgia, Azerbaigian) e le quattro repubbliche centro-asiatiche (Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghizistan). Complessivamente i fedeli sono più di 80 milioni.
La Chiesa russa fa risalire le proprie origini agli apostoli Cirillo e Metodio che nel IX secolo tradussero in paleo-slavo la Bibbia e l’officiatura di rito bizantino .
Il principe Vladimiro di Kiev scelse il cristianesimo per la bellezza della liturgia e l’accessibilità della lingua. Nel XVI secolo la chiesa ottenne l’autocefalia e il metropolita Giobbe venne eletto patriarca di tutte le Russie.
Il patriarcato venne abolito da Pietro il Grande e ristabilito da un concilio.
Dopo la rivoluzione russa un gruppo di vescovi riparò a Costantinopoli dando vita alla chiesa ortodossa russa all’estero.
La degenerazione della situazione politica in Russia portò alla chiesa un’ondata di inaudita persecuzione ancora viva nella memoria dei fedeli.