Una intera notte di preghiera, sabato 24 ottobre, precederà la beatificazione di don Carlo Gnocchi. I fedeli ambrosiani potranno stringersi attorno al “papà dei mutilatini” fin dal sabato pomeriggio, durante la sera e nella notte che precede domenica 25 ottobre.
La funzione di beatificazione non sarà l’unica occasione disponibile per trovarsi al cospetto di don Carlo. La Diocesi di Milano e la Fondazione Don Gnocchi hanno infatti scelto di esporre il corpo del sacerdote alla preghiera dei numerosi fedeli a lui legati. Il posto deputato è la chiesa di San Bernardino alle Ossa (piazza Santo Stefano, Milano): lo stesso luogo in cui, nel 1956, don Gnocchi fu deposto poche ore dopo la morte, in attesa delle esequie funebri. Le cronache dell’epoca riportano che verso la chiesa di San Bernardino ci fu un «pellegrinaggio mai interrotto che ha assunto nel pomeriggio e a sera proporzioni grandiose». Fu, quella, una delle prime manifestazioni popolari dell’affetto dei milanesi per don Gnocchi, sacerdote ambrosiano, cappellano degli alpini, educatore di giovani, fondatore dell’opera di assistenza medica che ancora oggi ne tiene vivi il sogno e gli ideali.
Nel 1956 la città si mise in moto per salutare l’ultima volta don Carlo, dicendo di lui: «È un santo». Sabato prossimo si attende un simile movimento di fedeli, chiamati a incontrare il beato don Gnocchi. L’urna con il corpo del sacerdote sarà posta in San Bernardino alle Ossa il sabato pomeriggio: dalle 17.30 i fedeli potranno visitarla e soffermarsi a pregare accanto a don Gnocchi. La preghiera sarà agevolata da un’apposita ambientazione e, soprattutto, da un sussidio preparato per l’occasione da monsignor Ennio Apeciti, responsabile del Servizio diocesano per le cause dei Santi e postulatore diocesano per la causa di beatificazione del “papà dei mutilatini”. Il libretto contiene una sintetica biografia di don Carlo e alcuni testi estratti dai suoi scritti.
Alle 21, nella chiesa di santo Stefano (adiacente a San Bernardino), avrà inizio una veglia di preghiera in preparazione alla beatificazione, presieduta dal Vicario generale della Diocesi di Milano, monsignor Carlo Redaelli. Il titolo, “È in questa speranza che vado tranquillo al Signore”, si riferisce alle parole scritte da don Gnocchi, fiducioso che la sua opera non sarebbe scomparsa con lui. Poco prima di morire inviò al suo successore, monsignor Edoardo Gilardi, una lettera che recitava: «Se il consiglio della Pro Juventute ti offrisse la presidenza dell’Ente, sappi che mi farai il più grande dono accettandola. È in questa speranza che vado tranquillo al Signore».
Durante la veglia, che terminerà tra le 22 e le 22.30, e poi a seguire, sarà ancora possibile accostarsi alle spoglie di don Carlo. Il corpo del sacerdote resterà in San Bernardino per tutta la notte: le porte saranno aperte fino a mezzanotte. A garantire la sicurezza penseranno gli Alpini, ancora una volta a disposizione del cappellano che con loro condivise la tragedia della ritirata di Russia. L’urna contenente il corpo del beato lascerà la chiesa la domenica mattina: un corteo la accompagnerà in piazza Duomo per l’abbraccio dei 40 mila fedeli che saranno lì ad attendere don Gnocchi.
Verso gli altari
Una notte di preghiera prima della beatificazione
Sabato 24 ottobre alle 21 veglia della vigilia in Santo Stefano: il corpo di don Carlo Gnocchi sarà esposto in San Bernardino alle Ossa fino al mattino di domenica 25. Un corteo accompagnerà poi l’urna verso piazza Duomo, dove si svolgerà la celebrazione
di Filippo MAGNI
20 Ottobre 2009