1. La casa in cui non entra nessuno
C’è una casa in cui non entra nessuno. È l’intimità segreta in cui abitano i pensieri inconfessabili, le passioni vergognose, i rancori inestirpabili, le gelosie, le invidie, i sensi di colpa. È la casa della solitudine e dell’abbandono, delle famiglie disfatte, dei sogni incompiuti, delle liti insanabili tra familiari e parenti, dei risentimenti profondi. È la casa screditata dal disprezzo, dal pettegolezzo, dall’etichetta appiccicata.
Che casa era quella di Zaccheo? Una casa in cui non entrava nessuno, perché disprezzata, perché inospitale, perché imbarazzante.
Che casa è la mia casa, la mia vita, la mia interiorità?
2. «Oggi devo fermarmi a casa tua»
Nella casa in cui non entra nessuno, Gesù vuole entrare. Gesù desidera entrare nelle stanze che rendono imbarazzante la casa, nelle ferite che depositano sofferenze e rabbia negli animi e nei pensieri, nell’umiliazione e nella solitudine delle case che nessuno vuole visitare.
Gesù vuole entrare per portare la salvezza. Non per curiosità, non per forza, non per giudicare, ma per fare entrare la salvezza che Dio ha promesso ad Abramo: «Gesù gli rispose: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”».
La comunità cristiana è il segno visibile del desiderio di Gesù di entrare nelle case, nella vita, nella gloria e nella miseria di ogni vita, di ogni famiglia. La comunità cristiana costruisce le chiese dentro il paese per rivelare che la visita di Gesù non è un rapido passaggio, come di un ospite di pochi giorni. Le mura, i segni, la storia della chiesa parrocchiale sono per ricordare che il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo al paese, alla città, alla vita.
3. In questa casa, oggi, la salvezza
La presenza di Gesù che salva si manifesta con segni che rivelano quale sia l’opera di Gesù.
Gesù prende l’iniziativa a partire dalla banalità di un desiderio imbarazzante. Zaccheo desiderava vedere chi fosse Gesù, come un curioso. Anche da cose piccole, occasioni impreviste Gesù parte per farsi ospitare in casa tua. Forse una curiosità, forse una sofferenza, un lutto, forse una festa… per quanti motivi una persona entra in chiesa. Gesù da questo luogo, come anche da molti altri luoghi, dice proprio personalmente a te: «Devo fermarmi a casa tua».
Finalmente la gioia! «Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia». Per quanto possa sembrare improbabile, motivo di vero stupore, la gioia nasce dall’accogliere Gesù, anche in un contesto pettegolo e ostile come Gerico. Saranno contenti anche coloro che vivono insieme con Gesù, visitano la sua casa e accolgono il Signore a casa loro?
La conversione: «Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”». Il pubblicano, che si è arricchito forse anche in modo disonesto, mostra i segni della salvezza che Gesù ha portato in casa sua. In primo luogo la conversione si esprime nell’uso dei soldi, che sono il centro della sua vita, il tesoro al quale è attaccato il suo cuore. Chi accoglie Gesù cambia vita, e proprio a proposito di ciò che gli sta più a cuore: forse i soldi, forse le relazioni con gli altri, in casa e fuori casa, forse l’uso del tempo, forse…