1. C’è rimedio allo scontento?
Infatti lo scontento è diffuso. L’abitudine a lamentarsi sembra una moda che non passa mai. E la gente si lamenta di tutto, di come è fatta la società, di come è fatta la Chiesa, di come sono gli altri, di come funziona la scuola, di quanto costa il riscaldamento. Sembra che sia normale avere delle attese e viverle come pretese; sembra che sia normale essere suscettibili e a ogni cosa che non è secondo i propri criteri arrabbiarsi, litigare, contestare. Insomma la grande palude dello scontento.
Anche tra i discepoli di Gesù sembra che ci sia dello scontento: “ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito: che cosa dunque ne avremo?”
Gesù propone un rimedio allo scontento e noi vorremmo raccoglierlo e andare a casa più lieti.
Gesù invita ad aprire gli occhi: avete lasciato tutto, ma in realtà avete trovato il centuplo, avete trovato l’essenziale, la vita eterna.
Insomma, il rimedio allo scontento è la riconoscenza per quello che si riceve.
Così celebrando i 425 anni del Collegio Rotondi, Gesù ci invita a riconoscere quanto bene il collegio ha fatto e fa per alunni, per insegnanti, per famiglie. Forse neppure il collegio è perfetto. Ma non vedete che il bene si moltiplica? Dunque grazie!
La riconoscenza.
2. C’è rimedio allo spavento?
In effetti c’è da spaventarsi. La cronaca della vita minima di un paese, di una piccola parte del mondo e il racconto della grande storia di popoli e nazioni, di potenti e di ideologie racconta di cose terribili, di disastri, di distruzioni. Tutte le notizie sembrano per forza cattive notizie: sembra che ci siano buone ragioni per spaventarsi.
Gli adulti sono così abituati a lamentarsi della vita e di come va il mondo che si rischia di diffondersi una sorta di spavento, per cui ci si domanda se sia possibile vivere e se il nostro mondo sia abitabile.
Giovanni, il veggente dell’Apocalisse, racconta di questo spavento.
E rivela che la storia non va a finire sotto il dominio della bestia, ma il male viene gettato nello stagno di fuoco.
La considerazione sapiente del mondo alimenta la speranza e sconfigge lo spavento.
Ecco perché serve una scuola che aiuti a pensare, non solo a ripetere, una scuola che riveli il patrimonio dell’umanesimo che ha generato la scienza, la poesia, la musica, la filosofia.
Lo spavento è sconfitto dalla sapienza che vede i limiti del male e vede che il male va a finire male.
La sapienza
3. C’è rimedio all’isolamento?
C’è troppa solitudine in città, troppa solitudine nel desiderio della gente di oggi. Troppa solitudine. Ti dicono: se stai solo stai meglio, se non ti impegni in niente non hai fastidi, se vivi per te stesso, sei furbo.
Convincono che i legami sono un vincolo che impedisce la libertà. L’esito di questa raccomandazione dell’individualismo è l’isolamento, la desolazione di sperimentare che nessuno si interessa di te, se tu non ti interessi di altri.
Per questo celebriamo insieme perché siamo una comunità. Per vincere l’isolamento ci vuole una appartenenza, una comunità. la Chiesa
In concreto, se vi piacciono le rime, si può dire così per festeggiare una scuola che vuole essere una proposta educativa e non solo un servizio per trovare un lavoro:
la riconoscenza vince lo scontento
la sapienza vince lo spavento
l’appartenenza vince l’isolamento
Tanti auguri, Collegio Rotondi…