1. Neppure in quella sera, neppure durante quella cena.
Cantano insieme l’inno, ma non riescono ad andare d’accordo.
E nacque anche una discussione: chi di loro fosse da considerare il più grande (Lc 22,24)
Neppure nell’ultima cena i discepoli si comportano come dovrebbero, neppure celebrando insieme la pasqua dei giudei, neppure condividendo il pane e il vino dopo che Gesù ha invocato la benedizione.
L’immagine di Chiesa proposta da LG 2,12-13 è spesso smentita nella esperienza vissuta nelle nostre comunità.
2. L’opera dello Spirito, la presenza di Maria
“Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù e ai fratelli di lui” (At 1,14).
Possiamo quindi trarre spunto per il servizio dell’animatore liturgico perché il corso si concluda con una soddisfazione per i risultati e con un avvio di un cammino spirituale per il servizio da rendere alle comunità.
2.1 La consapevolezza dell’incompiuto
I discepoli sono uniti in preghiera perché non sono ancora pronti per la missione, perché sanno di vivere la condizione dell’incompiuto
2.2 La preghiera concorde e perseverante
L’invocazione dello Spirito che rivelerà ogni cosa e ricorderà tutto quanto Gesù ha detto raduna i discepoli nella concordia. Per agire insieme, per decidere insieme, i discepoli con Maria in primo luogo pregano insieme. Non anzitutto la discussione, la riunione, ma prima la preghiera comune.
2.3 Maria
La presenza di Maria, la madre di Gesù, ispira una certa figura della fede, del servizio, della edificazione della comunità. La parola e il silenzio di Maria, la memora di Gesù nella confidenza della madre, la perseveranza di Gesù fino al compimento tragico e glorioso della missione di Gesù.
2.4 La pluralità e l’unità.
I discepoli sono ricordati per nome e alcuni a coppie. Forse mette in evidenza i tratti distintivi tendenzialmente divisivi eppure principio di edificazione della comunione, per potenza di Spirito Santo:
Lo Spirito Santo … dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa secondo quelle parole: “A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio” (1Cor 12,7)(LG 2,12).