Link: https://www.chiesadimilano.it/cms/documenti-del-vescovo/mario-delpini-documenti-del-vescovo/md-omelie/omelie-anno-2024/ma-tutto-io-faccio-per-il-vangelo-per-diventarne-partecipe-anchio-1cor-923-2822544.html
Share

Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. 1Cor 9,23

Solennità San Francesco Saverio (1506-1552). Missionari Saveriani In omnibus Christus Caritas Christi urget nos, Desio - 2 dicembre 2024

2 Dicembre 2024

1. Come guarire il paese del missionario triste
Forse tra tutti i paesi del mondo c’è anche il paese del missionario triste.
Nel paese del missionario triste ci sono molte chiese e cappelle e affreschi di Madonne dipinte sui muri. Forse sono monumenti di grande valore artistico, ma la polvere, il tempo, le infiltrazioni dell’acqua hanno coperto tutto di un grigio monotono. Forse ancora cantano nelle assemblee e nelle celebrazioni, ma i canti sono come nenie noiose. Forse ancora leggono le pagine delle
Scritture, ma la lettura è monotona, scontata, come si leggesse il verbale di una riunione irrilevante.
Nel paese del missionario triste si fanno molte riunioni e per lo più si concludono con un elenco triste di verbi deprimenti: si deve, dovremmo, dovrebbero, devono, devo; vedrò, vedremo; ci pensiamo…
Nel paese del missionario triste si mettono ancora gli striscioni che annunciano le feste, ma sono quegli striscioni di stoffa dell’anno precedete, le colori sono sbiaditi, la stoffa è logorata e le parole si leggono a fatica.
Nel paese del missionario triste ci sono molti libri, ma prendono polvere sugli scaffali, si preferisce infatti leggere notizie riassunte in un titolo e immagini con i punti esclamativi.
Come guarisce il paese del missionario triste?
Il missionario triste nel paese grigio è scosso da un clamore, è risvegliato da uno stupore. C’è un grido di sentinelle. Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”. Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano.
Il paese del missionario triste è guarito dalla gioia dei popoli, è visitato dalla buona notizia: Regna il tuo Dio. Il missionario triste diventa partecipe del Vangelo e acclama e invoca il Regno che viene.
È partito per insegnare: è diventato capace di imparare. È stato inviato per portare aiuto: è stato aiutato. Voleva portare il libro del Vangelo e le parole sono diventate come fuoco di cui arde la sua gioia.

2. Come guarire il paese del discepolo spaventato
Forse tra tutti i paesi del mondo c’è anche il paese del discepolo spaventato.
Nel paese del discepolo spaventato ci sono molte chiese, chiesette e cappelle: sono diventate un rifugio per il discepolo spaventato. Si chiude dentro, dove nessuno lo vede e lì pratica la sua religione. Quando esce dal suo rifugio si mimetizza e cerca di non farsi notare: la gente lo guarderebbe con troppo disprezzo se lo riconoscesse come discepolo del Crocifisso.
Nel paese del discepolo spaventato sono programmati molti incontri: importante è che siano incontri di persone che si conoscono, che non entri qualche intruso, che gli argomenti siano rassicuranti e che non manchi una buona cucina. Ma finito l’incontro ciascuno a casa sua, fino alla prossima volta.
Nel paese del discepolo spaventato si lavora molto, anche troppo, e per i lavori pesanti si cercano quelli che sono costretti ad adattarsi a un lavoro pesante e a uno stipendio da fame, ma il discepolo non si permette di criticare il sistema, è troppo spaventato.
Come guarisce il paese del discepolo spaventato?
Nella chiesa chiusa dove si radunano i discepoli spaventati entra il Crocifisso Risorto e impone la partenza e si accompagna ai loro passi e opera con loro i segni che vincono lo spavento: neppure i veleni, neppure i serpenti devono spaventare quelli che sono insieme con Gesù, il Risorto.
Vincono lo spavento perché stanno con Gesù in chiesa e fuori di chiesa.

3. Come guarire il paese del testimone muto
Forse tra tutti i paesi del mondo c’è anche il paese del testimone muto.
Nel paese del testimone muto c’è un gran darsi da fare, una frenesia di attività, un calendario congestionato da appuntamenti, adempimenti, impegni e servizi.
Nel paese del testimone muto la regola è la generosità, fare sempre un po’ di più, dire sempre di sì, uscire di casa anche ogni sera se serve. Si fa del gran bene. E si dice: “fatti non parole”. Perciò il testimone muto non parla, fa. Se gli chiedete: “perché fai tutto questo? ma per chi fai tutto questo?”, il testimone muto resta muto, appunto. Così non si sa perché tanto darsi da fare e forse il testimone muto a furia di essere muto non sa più neppure lui il perché e il per chi. Solo si lamenta perché siamo sempre in pochi, siamo sempre più vecchi e sempre più stanchi.
Come guarire il paese del testimone muto?
Il paese del testimone muto guarisce quando la gente chiede una ragione per sperare: non basta il pane, non bastano i servizi, non bastano i buoni sentimenti e le buone relazioni. La gente chiede ragioni per sperare e l’apostolo insegna: noi non possiamo fare altro che dire del Vangelo, dire della risurrezione di Gesù, fondamento invincibile della speranza affidabile. Il testimone muto deve perciò imparare a parlare: Guai a me se non annuncio il Vangelo!