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Il sorprendente annunciarsi del mistero nella città ottusa e rassegnata

Conclusione del restauro dell’Organo Storico Marelli 1895, Milano, Parrocchia dei santi Nazaro e Celso alla Barona - 19 aprile 2024

19 Aprile 2024

1. Gente di questa città.

Quanta gente abita in città, gente di ogni paese, gente di ogni tipo, gente di pensieri così diversi, di storie così complicate, di comportamenti così imprevedibili!
Quanta gente abita in città.
Abita anche il popolo dell’“ormai”. Il popolo dei rassegnati, quelli che hanno trovato casa presso il malumore, quelli che hanno come indirizzo: via scoraggiamento. Quelli che guardano alle cose e dicono: ormai. Ormai le cose sono così. Ormai si sa che le cose vanno male e domani andranno peggio. Quel ragazzo ormai è rovinato. Quell’uomo è un delinquente: non ci si può aspettare niente di buono. Anche Anania di Damasco abitava tra il popolo dell’”ormai” e diceva: “Signore, ho udito da molti quanto male ha fatto questo Saulo ai fedeli di Gerusalemme. È un persecutore, è pericoloso. Non ci si può aspettare niente di buono da lui.”
Abita anche il popolo degli ottusi. Gli ottusi sono quelli che non sanno entrare nei segni. Vedono le cose e pensano che siano oggetti, domandano quanto costano. Non sanno ascoltare la voce delle cose e non sanno stupirsi del mistero delle persone. Vedono un uomo, una donna e dicono: è bello, è grassa, è straniero: non sanno intuire quello che hanno nel cuore, non interessa a loro che cosa pensano. Sono ottusi. Vedono un fiore e dicono: che originale, quanto costa? Vedono un pane e dicono: è buono, lo voglio mangiare.
Anche la gente che cercava Gesù faceva parte del popolo degli ottusi. Gesù li rimprovera: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.

 

2. Lo Spirito di Dio visita la città e vi semina una gioia sorprendente.

Viene però un momento in cui il popolo dell’”ormai” viene è scosso da una gioia sorprendente, da una novità inattesa: quelli che sembravano destinati a essere scarti della società si rivelano risorse preziose, sembravano capaci di fare solo disastri e invece fanno del bene, si mettono a servire, rinasce la speranza. anche il popolo dell’”ormai” deve ricredersi e imparare di nuovo a sorridere. Cambieranno casa: non abitano più in via scoraggiamento, ma in via stupore.
Così capita ad Anania di Damasco: Va’, perché Saulo è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele. Colui che ha fatto soffrire i discepoli di Gesù soffrirà molto per essere lui stesso discepolo di Gesù.”
Così capita persino per l’antico organo Marelli. Il popolo dell’Ormai aveva pensato: ormai è vecchio, non suona più. Ormai è da buttare. Ecco, sono ora visitati da una emozione: ascolta! È una meraviglia.
Quelli che abitano in via stupore vivono la vita come la grazia di una rivelazione: non siamo vittima di fatalità immutabili, ma siamo chiamati a riconoscere germogli, promesse di bellezza, musiche che cantano la gloria di Dio.
E viene anche il momento in cui il popolo degli ottusi. Può infatti venire un momento in cui una inattesa commozione sveglia la mente ottusa a intendere la voce del mistero che abita in ogni cosa. Così un fiore non è solo un fiore, ma un messaggio.
Così il passante non è solo una figura, una sagoma con la sua etichetta che dice “bella, brutta, grasso, zoppo, straniero, ricco”, ma una persona unica, un fratello, una sorella con un dono per me, per te, per tutti.
Così il pane sull’altare non è solo un pane, ma il pane vivo, il cibo che rimane per vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà.
Così l’organo storico della Barona non è solo un vecchio monumento inservibile. diventa invece come un angelo di Dio che invita alla preghiera, che semina una emozione che incanta, che fa nascere una nostalgia struggente di bellezza, come un invito alla casa di Dio.

 

3. In via dello stupore, la casa della bellezza.

Ecco l’antico organo storico ci ha tutti convocati qui e con la sua voce ritrovata sorprende il popolo dell’Ormai: sembrava inevitabilmente destinato a tacere e invece canta, prega, commuove.
Ci ha convocati l’antico organo e con la sua musica rivela che il popolo degli ottusi può diventare il popolo della festa, il popolo che riceve il dono di fare le opere di Dio: che crediate in colui che il Padre ha mandato.
È solo un segno, ma ci invita ad abitare in via dello stupore e a bussare alla porta della casa della bellezza, dove siamo accolti nel mistero di Dio.