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Il coraggio di essere originali, l’umiltà di essere discepoli

III Domenica dopo Pentecoste, Visita Pastorale (Carnago), Solbiate Arno, Parrocchia san Maurizio - 8 giugno 2024

8 Giugno 2024

1. La visita pastorale

La visita pastorale è l’occasione per dirvi: voi mi siete cari. Voi mi state a cuore. Normalmente il vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La visita pastorale è l’occasione per dirlo di persona.

La visita pastorale è l’occasione per mettere in evidenza la dimensione diocesana della Chiesa. La Chiesa non è la singola parrocchia, ma la comunità diocesana presente nel territorio, unita nella comunione con il Vescovo, impegnata a condividere le risorse e la passione per il Vangelo in questo territorio. Siate lieti, siate fieri e sentite la responsabilità di accogliere, valorizzare le indicazioni diocesane e di partecipare alle proposte diocesane.
Nella relazione del Consiglio Pastorale si riferisce di forme di pastorale di insieme con le parrocchie del decanato, in particolare per quanto riguarda la pastorale giovanile (fatica a decollare anche perché il sacerdote che se ne occupa è residente a Carnago e non è presente in paese. È presente con assiduità in oratorio alla domenica una delle suore dell’Alleanza di Santa Maria), la Caritas (lavorano bene anche a livello decanale), il gruppo missionario (che è decanale e si è riattivato da poco, anche se ha già organizzato momenti di riflessione e di preghiera ben partecipati). “per quanto riguarda il decanato vi èuna grande spinta alla partecipazione agli incontri formativi e spirituali (in particolare alle Scuole della Parola e della Bibbia).
Mi pare di rilevare dalla relazione del Consiglio pastorale che la pastorale di insieme è sentita piuttosto come una fatica che come una promessa. Si deve piuttosto pensare che solo insieme possiamo essere una presenza significativa di evangelizzazione in questo territorio che sembra piuttosto indifferente verso il vangelo e poco appassionato a costruire una comunità cristiana ardente per la condivisione della speranza e della fede.

La visita pastorale è l’occasione per raccogliere quello che il Signore vuole dire alla nostra comunità con le parole delle Scritture che sono state proclamate in questa domenica III dopo Pentecoste.

 

2. Tratti dell’originalità cristiana.

I cristiani sono originali. Ascoltano la parola delle Scritture e l’accolgono come parola di Dio: Dio ci parla. Non si tratta di un testo di qualche sapienza antica, ma della parola di Dio. Sono originali perché mentre gli uomini e le donne di questo tempo presumono di essere il criterio del bene e del male e perciò si dispongono a giudicare la parola di Dio, i cristiani ascoltano la parola di Dio e si lasciano giudicare da questa.
I cristiani sono originali. Mentre la cultura contemporanea a proposito dell’uomo e della donna si preoccupa di garantire il diritto di ciascuno a mantenere sempre la libertà di unirsi e di separarsi, i cristiani ascoltano la parola di Dio e credono che la via della vita e della gioia è quella dell’amore che unisce per sempre, che rende una sola carne. Mentre la legislazione favorisce i diritti individuali e pone le condizioni per la solitudine e per la disgregazione della società, i cristiani propongono la famiglia come valore da custodire e come principio per una vita buona e per la sopravvivenza della società.
I cristiani sono originali. Mentre la mentalità contemporanea insinua in ciascuno il diritto di farsi servire, i cristiani pensano che la vita sia una chiamata a servire. Così tra l’uomo e la donna non c’è la pretesa che ciascuno debba anzitutto pretendere di essere servito, ma piuttosto la vocazione a essere a servizio gli uni degli altri, sottomessi gli uni agli altri … come Cristo ha dato sé stesso per la Chiesa così i mariti hanno il dovere di amare le proprie mogli come il proprio corpo (Ef 5,21.28).

 

3. La Chiesa santa e immacolata

Che dire della Chiesa?
“Cristo ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a sé stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata (Ef 5,26ss).
Gesù ha voluto la Chiesa santa e immacolata, giovane e bella.
Talora nei discorsi dei cristiani e di tanti uomini e donne del nostro tempo la Chiesa è considerata come una vecchia zia piena di rughe, generosa, ma insignificante.
Quindi i discorsi sono desolanti: le presente diminuiscono, i giovani si sono allontanati, il mondo va da un’altra parte: quello che la Chiesa insegna non interessa a nessuno, quello che la Chiesa fa è utile a tutti perché aiuta i poveri, accoglie i bambini, organizza delle belle feste.
Noi siamo chiamati a contemplare l’opera di Gesù, a rendere grazie, a restare pieni di stupore, a essere pietre vive di una Chiesa giovane, santa, immacolata, perché accogliamo il dono dello Spirito che ci rende lieti, che ci unisce in un cuore solo e un’anima sola, che ci dona la sapienza per interpretare il nostro tempo con l’intelligenza delle fede e ci dona la fortezza per praticare il comandamento di Gesù.