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Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. (Gv 6,8-9)

Anniversario Consacrazione Chiesa Parrocchiale (1904-1924), Milano, Parrocchia Sant’Andrea Apostolo - 29 novembre 2024

29 Novembre 2024

1. La vocazione
Che cosa fa Elia profeta come fuoco, la sua parola bruciava come fiaccola (Sir 48,1)? È però diventato vecchio. La sua parola invece che conversione provoca persecuzione, disprezzo. È scappato nel deserto con una tremenda voglia di morire.
Ma dopo l’incontro con il Signore sul monte di Dio, l’Oreb, Elia non si ritira a vita tranquilla, non si nasconde per paura di chi lo vuole morto, non si mette in disparte a guardare la città per intonare un cantico di nostalgia e di lamento. Piuttosto chiama Eliseo e lo rende suo discepolo e lo impegna a continuare la sua missione.
Che cosa fa la Chiesa, questa comunità piena di vita e di storia. È diventata vecchia (120 anni!). La parola della Chiesa invece che conversione provoca indifferenza. L’incontro con il Signore convince i discepoli a chiamare chi continuerà la missione. La fiducia invincibile che diventa vocazione personale. Così dunque si celebra l’anniversario importante: non ritirandosi nella stanza rassicurante della nostalgia e dell’ammirazione per quello che è stato e per chi c’è stato: santa, vecchia chiesa di sant’Andrea, guarda al futuro! Rivolgi una parola personale per chiamare chi continui la missione.

2. La comunità, la Chiesa
Che cosa fa Gesù, il predicatore solitario dopo il battesimo, le tentazioni. Torna in Galilea e comincia a predicare invitando alla conversione e annunciando che il regno è vicino?
Gesù, il maestro itinerante, non raduna una classe per istruire i discepoli. Passa là dove la gente lavora e chiama i pescatori Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni a seguirlo. I discepoli non sono chiamati a essere scolari, ma a condividere la sua vita, la sua missione.
Che cosa fa la Chiesa? Continua la missione di Gesù, cioè non intende la sua missione come una scuola che consegna nozioni e competenze, che insegna una dottrina, né come una palestra che insegna una disciplina. La Chiesa chiama le persone perché diventino una comunità radunata intorno al Signore.
Così dunque si celebra l’anniversario importante, rispondendo alla chiamata a essere comunità per condividere la vita e la missione di Gesù.

3. Il vangelo che non piace agli uomini
Che cosa fa Paolo, quando la sua predicazione riceve contestazioni, quando altri predicatori predicano un vangelo diverso a duello che vi abbiamo annunciato? Paolo constata che la parola della croce è diventata impopolare, che le antiche tradizioni giudaiche risultano più attraenti della rivelazione che ha ricevuto? Paolo si rende conto di essere impopolare, ma non cerca la popolarità. Paolo viene accusato di essere un estremista, ma non si abbassa a cercare un compromesso. Paolo avverte che ci sono di quelli che abbandonano la comunità perché non condividono il suo insegnamento, ma non insegue i dissidenti come se fosse preoccupato di non perdere clienti. Il criterio della sua predicazione non è l’approvazione degli uomini, ma la rivelazione che ha ricevuto da Gesù.
Che cosa fa la Chiesa, questa presenza scomoda, questa custode della parola del Vangelo? Nel nostro contesto l’insegnamento della Chiesa è circondato da indifferenza e ignoranza. Il pregiudizio impedisce di ascoltare. I luoghi comuni e le banalità sono ritenute più interessanti della verità di Gesù, anzi dire la parola “verità” suona come una arroganza e una ingenuità.
Che cosa deve fare la Chiesa, questa comunità che è presente da 120 anni in questa casa del Signore?
La Chiesa non può insegnare quello che alla gente piace sentire: il vangelo da me annunciato non segue un modello umano: infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo (Gal 1,12). Perciò la Chiesa vive la sua missione cercando la fedeltà al Signore più che il consenso popolare. E il vangelo che annuncia è Gesù crocifisso risorto salvatore di tutti, vivo e glorioso. Anche se la gente preferisce pensare che siamo destinati alla morte, la Chiesa non può tacere la parola della speranza.

Andrea nel momento della fame si è dato da fare. quello che è riuscito a trovare non è gran che: cinque pani d’orzo e due pesci. Ma consegnati a Gesù basteranno per la folla immensa.
Così vive oggi la Chiesa: è certo inadeguata alla missione, ma consegna a Gesù il poco che può fare e crede che, per la potenza del Signore, potrà bastare per la moltitudine.

Così dunque anche questa comunità è chiamata a perseverare nel consegnare al futuro la sua missione, nel convocare uomini e donne nella comunione e condivisione della missione, nell’annuncio di Gesù, speranza del mondo.
La vocazione, la comunità, la missione per l’annuncio di Gesù.