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… andate, tutti quelli che troverete chiamateli…

IV Domenica dopo Pentecoste, Visita Pastorale (Carnago), Unità pastorale Carnago - Rovate - 16 giugno 2024

16 Giugno 2024

1 La visita pastorale.

La visita pastorale è l’occasione per dirvi: voi mi siete cari. Voi mi state a cuore. Normalmente il vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La visita pastorale è l’occasione per dirlo di persona.

La visita pastorale è l’occasione per mettere in evidenza la dimensione diocesana della Chiesa. La Chiesa non è la singola parrocchia, ma la comunità diocesana presente nel territorio, unita nella comunione con il Vescovo, impegnata a condividere le risorse e la passione per il Vangelo in questo territorio. Siate lieti, siate fieri e sentite la responsabilità di accogliere, valorizzare le indicazioni diocesane e di partecipare alle proposte diocesane.
Sono presenti e apprezzate forme di pastorale di insieme entro il decanato.

La visita pastorale è l’occasione per raccogliere quello che il Signore vuole dire alla nostra comunità con le parole delle Scritture che sono state proclamate in questa domenica IV dopo Pentecoste.

 

2. Il desiderio di Dio

Il Signore vuole fare festa, il Signore si rallegra che il suo palazzo sia pieno di gente per la festa di nozze di suo figlio. Manda i servi: venite, venite, venite tutti!
Con questa immagine Gesù rivela il progetto di Dio, la volontà del Padre.
Contro il pregiudizio troppo diffuso a proposito di Dio, Gesù dice la verità: il Padre vuole la gioia dei suoi figli, vuole la festa. La fantasia umana si è spesso immaginato un Dio lontano, indifferente alle vicende dei suoi figli, un Dio severo, che vuole che le sue leggi siano rispettate e punisce duramente chi trasgredisce, un Dio meschino che vuole essere adorato e onorato con sacrifici e offerte.
Gesù rivela la verità di Dio: manda i suoi servi per invitare alla festa.

 

3. Gli invitati non erano degni.

Ma gli invitati hanno altro da fare, disprezzano l’invito, umiliano i servi, esasperano il Signore.
La gente è indifferente alla chiamata: forse sono convinti che ci siano feste migliori.
La gente è ostile verso i servi che invitano alla festa. Sono sospettosi: è un trucco per ingannarci. Sono infastiditi, indispettiti: è una intrusione che non sopportiamo; perché il Signore si interessa di noi?
Sono distratti: hanno affari da concludere.
Queste diverse reazioni possono anche rappresentare le reazioni della gente del nostro tempo alla missione della Chiesa: l’indifferenza, la diffidenza, la distrazione, la presunzione di autosufficienza.

 

4. Disse ai suoi servi: tutti quelli che troverete chiamateli.

Il Signore non si stanca di chiamare alla festa. Manda ancora i suoi servi. La Chiesa potrà stancarsi? Potrà rinunciare alla sua missione?
Le nostre comunità talora forse sono stanche, forse rassegnate ai posti vuoti, alla festa disertata, talora inclini a chiudersi in sé stesse, indaffarate nel conservare consuetudini e iniziative.
Dobbiamo invece metterci ancora in ascolto del desiderio di Dio di condividere la sua gioia con tutti. Andate, chiamate tutti!
La nostra gioia di essere cristiani deve essere il fuoco che si diffonde dove si svolge la vita quotidiana
La nostra speranza fondata sulla promessa di Dio deve essere il dono che offriamo a tutti quelli che vivono nella disperazione.
Il dono dell’abito nuziale, cioè l’effettiva possibilità che la vita di Dio rinnovi la vita umana, che sia possibile conformarsi a Gesù, è l’annuncio che deve sconfiggere lo scoraggiamento, la persuasione che la vita storta non si può raddrizzare.