1. La visita pastorale
La visita pastorale è l’occasione per dirvi: voi mi siete cari. Voi mi state a cuore. Normalmente il vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La visita pastorale è l’occasione per dirlo di persona.
La visita pastorale è l’occasione per mettere in evidenza la dimensione diocesana della Chiesa. La Chiesa non è la singola parrocchia, ma la comunità diocesana presente nel territorio, unita nella comunione con il Vescovo, impegnata a condividere le risorse e la passione per il Vangelo in una particolare città. Nella relazione del Consiglio Pastorale si apprezza una visione spontaneamente cittadina: significa che il percorso di formazione della Comunità pastorale ha reso consapevoli della necessità della condivisione di uno sguardo più ampio perché Muggiò si sta rapidamente trasformando e richiede una presenza di Chiesa che sappia interpretare i cambiamenti e i tempi con un nuovo messaggio di testimonianza ed evangelizzazione: la croce di Cristo possa attirare alla verità e alla gioia di essere cristiani, una comunità educante e positiva per tutte le età ma soprattutto per i giovani (Cfr Relazione consiglio pastorale, pag 4)
La visita pastorale è l’occasione per ascoltare insieme quello che il Signore vuole dire a questa comunità e a tutta la Chiesa in questa celebrazione, in questa quinta domenica di Pasqua.
2. Essi sono nel mondo.
2.1 Dove siamo?
Forse viene da pensare che siamo dentro una umanità impazzita.
Forse viene da pensare che siamo su un pianeta rovinato
Forse viene da pensare che siamo dentro una società complicata e decadente.
Ma la verità è che siamo nella preghiera di Gesù. Gesù ci ha dato tutto quello che ha ricevuto dal Padre e Gesù prega perché noi siamo custoditi dal Padre.
Coloro che il Padre ha dato al Figlio diventano partecipi della vita di Dio, la vita eterna (Gv 17,3 ss).
Ai discepoli è stata concessa la sapienza di Dio (cfr 1Cor 2,6ss), un modo di pensare e di vivere che è ispirato dallo Spirito Santo.
2.2 Abbiamo qualche cosa da dire al “mondo”?
Talora il discorso dei cristiani è un discorso imbarazzato: si ritengono custodi di una tradizione superata? Credono in una dottrina improponibile nel nostro tempo? Hanno una visione della vicenda umana e della persona che risulta antipatica?
La testimonianza di Stefano si rivela un fallimento, una provocazione insopportabile per coloro che lo ascoltano.
In ogni parte della terra i cristiani risultano antipatici.
Eppure non possiamo privare l’umanità della parola della speranza, della proposta della carità, delle buone ragioni per cui l’uomo e la donna possano avere stima di sé.