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Udranno la voce del Figlio di Dio

Commemorazione dei fedeli defunti. Messa per i defunti delle forze armate, Milano, Basilica di sant’Ambrogio - 2 novembre 2023

2 Novembre 2023

1. Cosa sono queste voci che sento?

Ci sono voci che risuonano nell’animo umano. Risuonano soprattutto quando c’è silenzio. Sono inquietanti. Forse per questo molti cercano di evitare il silenzio.

Che cosa sono queste voci che mi inquietano?

Forse la voce che ti umilia, ti mortifica. Insinua il pensiero che non sei apprezzato come meriti. Hai lavorato tanto e i risultati sono deludenti. A che cosa serve impegnarsi, se poi viene premiato chi non si impegna?

Forse la voce che ti ricorda una parola, una decisione, un fatto della vita che preferiresti dimenticare, una vicenda di cui ti vergogni, una cattiveria che ti perseguita con un senso di colpa anche se nessuno se ne è accorto.

Forse la voce che di uno spirito triste che insinua tristezza: che cosa sta succedendo ai miei cari, ai miei genitori anziani, alla mia famiglia? Che cosa sarà di quelli di casa che sembrano così poco adatti alla vita, a questa società competitiva: il figlio, la figlia, la sorella che hanno dei limiti, come se la caveranno? E che cosa sarà di me? questo esame medico che mi hanno detto di fare che cosa rivelerà? Sono forse malato?

Ci sono voci che ci inquietano. Se continuiamo ad ascoltarle siamo esposti alla depressione e dalla disperazione, se ci ostiniamo a trascurarle siamo costretti a portare sempre una maschera, a vivere sempre al di fuori di noi, perché appena rientriamo in noi stessi tornano le voci inquietanti.

 

2. Ma c’è la voce di Gesù.

Se ascoltiamo meglio, se ci disponiamo con maggior semplicità e attenzione, c’è un’altra voce che risuona in noi.

Come dice il vangelo è la voce che contesta le voci ostili e insidiose: dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è o morte il tuo pungiglione?

Le voci di morte sono destinate a essere zittite, si rivela una voce che può accendere una luce amica. Sì, ci sono motivi di preoccupazione, di inquietudine, di tristezza, ma c’è una luce amica che rivela che non vinceranno, che non siamo destinati a essere vittime delle voci tristi.

 

“Udranno la voce del Figlio di Dio”: si può vivere perché si ascolta la voce di Gesù. La paura del silenzio, il disagio della solitudine in cui possono penetrare le voci tristi e i pensieri ostili si può vincere con l’incontro con Gesù. Gesù è vivo, Gesù parla, la sua parola è voce amica, buona.

Si vive perché ascoltiamo la parola di Gesù.

Come i morti udranno la voce del Figlio di Dio? Gesù è morto, è disceso agli inferi per far udire la sua voce ai morti. Gesù è vivo nelle pagine del Vangelo, proclamate nella liturgia della Chiesa e i discepoli si radunano insieme per sentire la parola che salva. Gesù è vivo nel silenzio della preghiera personale e le parole del Vangelo possono diventare come luce e fuoco.

 

Che cosa dice la voce del Signore? La voce del Signore è il giudizio che fa risplendere la bellezza del bene e fa riconoscere lo squallore del male: il Padre ha dato ogni giudizio al Figlio.

In Gesù dunque troviamo la rivelazione di ciò che è bene e di ciò che è male, il giudizio che spiega perché facendo il bene l’animo è lieto, anche se sperimenta la fatica e l’amarezza di non essere apprezzato dal mondo, e facendo il male l’animo è triste, scontento di sé, anche se applaudito e ricoperto d’oro.

Il giudizio di Gesù conferma che non è lo stesso fare il bene o fare il male, perché il compimento della vita non è il nulla in cui finiscono il giusto e l’empio, ma l’incontro con il mistero dell’amore misericordioso che purifica con il fuoco liberando dal male e avvolge di gioia esaltando il bene.

Perché dovremmo aspettare di essere morti per ascoltare la voce del Figlio di Dio? “Viene l’ora in cui coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita, quanti fecero il male per  una risurrezione di condanna”