- Incombe la minaccia mortale.
Che fare quando incombe il pericolo mortale? Che fare quando la minaccia spaventa e mette in pericolo la sopravvivenza?
Che hanno fatto gli abitanti di Treviglio in quella tragica vigilia? Che fanno oggi gli abitanti di Treviglio in questo tempo drammatico?
Forse ci sono abitanti di Treviglio scoraggiati e rassegnati: “Sì, il male incombe, sì la minaccia è seria! Ma noi che cosa possiamo farci? Il male è troppo potente e noi siamo troppo deboli. I nostri padri avevano di fronte un esercito fatto di uomini. E la Madonna ha potuto toccare il cuore di Loutrec. Ma i nostri nemici non hanno cuore! Sì il pericolo incombe: forse in questo stesso momento scoppiano litigi e violenze tra le mura di casa, delle nostre case: si preparano tragedie! Ma che possiamo farci? Forse in questo stesso momento c’è in giro gente per Treviglio che vende droga ai nostri ragazzi e spegne la voglia di vivere. Ma che possiamo farci! Forse in questo stesso momento ci sono donne che vengono picchiate, donne che si vedono costrette ad abortire. Forse in questo stesso momento ci sono giovani che sono chiusi nei loro mali oscuri e che pensano che la vita non sia desiderabile e nonvalga la pena di diventare adulti. Ma che possiamo farci! Meglio non pensarci: tanto non ci può farci niente!”.
Forse ci sono oggi abitanti di Treviglio arrabbiati. Attribuiscono la colpa ai potenti, ai politici, ai governanti. Gridano e protestano come il popolo di Israele nella città di Betulia: tutto il popolo si radunò intorno a Ozia e ai capi della città, con giovani, donne e fanciulli e alzando grida dissero davanti a tutti gli anziani: “… ci avete creato un grave danno!”.
Forse oggi ci sono abitanti di Treviglio che non credono che ci sia una minaccia per cui spaventarsi: “Sì, ci sono problemi, ma noi siamo al sicuro! Sì, ci sono tanti drammi e tante cose brutte, ma sono in altre terre, in altre città! Noi stiamo bene, noi possiamo continuare a vivere senza fare tragedie”.
- Per una spiritualità della vigilia.
La messa della velazione, rievocando quanto hanno fatto i nostri padri, ci suggerisce la spiritualità della vigilia.
La spiritualità della vigilia suggerisce in primo luogo di essere coscienti dell’importanza del tempo. Questo è un tempo decisivo, è questione di vita o di morte. La spiritualità della vigilia chiama al risveglio della coscienza: non è il momento della banalità, non si può giustificare la superficialità, la distrazione. Non si può sottovalutare il pericolo: l’esercito di Loutrec è vicino e domani scatenerà la sua violenza per distruggere. Neppure oggi si può sottovalutare il pericolo: il male incombe in ogni angolo della città. Nessuno è al sicuro. Nessuno è garantito.
La spiritualità della vigilia invita radunarsi, a compattarsi, a sentirsi tutti convocati. Nessuno può tirarsi fuori. Nessuna persona di buon senso può dire: Che ci pensino gli altri! Io non c’entro. Il popolo di Treviglio mette da parte le beghe che dividono. Dobbiamo essere uniti, dobbiamo sostenerci gli uni gli altri. Dobbiamo fare fronte comune. La spiritualità della vigilia convince che siamo tutti sulla stessa barca, nessuno può salvarsi da solo. Tutti sono interpellati: “Porta il tuo tempo, porta il tuo pensiero, porta i tuoi talenti. Tutti hanno qualche cosa da offrire, tutti hanno qualche cosa che possono fare”.
La spiritualità della vigilia è in sostanza una spiritualità della preghiera. Allora Giuditta nell’ora in cui nel tempio veniva offerto l’incenso della sera, supplicò a gran voce il Signore: “Da’ a tutto il tuo popolo e a ogni tribù la prova che sei tu il Signore. E non c’è altri all’infuori di te che possa proteggere la stirpe di Israele”. In preghiera Giuditta si prepara ad affrontare il nemico. In preghiera i discepoli sono radunati concordi e perseveranti nel cenacolo con Maria la Madre di Gesù.
In preghiera si raduna il popolo dei fedeli. La preghiera cristiana non è di chiedere a Dio di fare quello che non possiamo fare ma il tempo e la libertà offerti a Dio perché ci doni lo Spirito per affrontare il male.
La spiritualità della vigilia è preghiera concorde e perseverante per discernere, decidere, alimentare la speranza, e affrontare con fiducia la minaccia che incombe. La spiritualità della vigilia è la preghiera che riconosce la propria vocazione e dice: sì, eccomi, amen!