1. Una festa sospetta.
C’è una festa in casa di Matteo il pubblicano. È una festa che suscita sospetti in città, cresce la mormorazione tra gli autorevoli personaggi della società bene.
È una festa sospetta.
Se fosse la festa per la chiusura del bilancio e per celebrare i guadagni sarebbe una festa normale. È una consuetudine che i ricchi facciano festa perché sono diventati più ricchi. Ma in casa di Matteo non si fa festa per i risultati ottenuti.
Se fosse la festa dei gaudenti che si godono la vita e ne gustano tutti i piaceri, un festino con abbondanza di vini e di piatti raffinati, di musiche e di danze e di baldoria, sarebbe una festa normale. Ma in casa di Matteo non c’è una festa per gaudenti.
La festa in casa di Matteo è sospetta perché si festeggia l’incontro di Gesù con Matteo e la vocazione di Matteo. Una festa sospetta: invece che festeggiare guadagni, si festeggia la rinuncia al guadagno, la decisione di lasciare un mestiere redditizio per mettersi alla sequela di Gesù, con prevedibili pericoli e disagi. Una festa sospetta: invece che mangiare e bere e godersi la vita si festeggia la decisione di cambiare vita.
I sospetti si fanno parola, critica, accusa: come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?
2. La festa della liberazione e della speranza.
In casa di Matteo c’è festa e pubblicani e peccatori se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Ci sono dunque motivi di festa intorno a Gesù e per quello che Matteo ha vissuto.
Questi motivi di festa possono dare anche a noi motivi di gioia.
Matteo stava seduto. Gesù l’ha visto seduto e l’ha chiamato. Matteo si alzò e lo segui.
La parola di Gesù chiama Matteo ad alzarsi. Non sei fatto per stare seduto. Non puoi vivere assestato in un ruolo, in un ufficio, in una divisa. Non sei fatto per stare fermo. Non sei fatto per rassegnarti. C’è una voce che ti chiama, che ti offre l’amicizia e la speranza. Matteo si alzò: sei chiamato a stare in piedi, a metterti in cammino, a riconoscere che c’è una strada da percorrere per una vita migliore.
L’entrare nella Guardia di Finanza è un risultato che è stato desiderato, ha richiesto una preparazione, è attraente per condizioni propizie per vivere. Ma non siete chiamati a stare seduti. Gli uomini e le donne della Guardia di Finanza sono chiamati per un servizio al bene comune. Si mettono in cammino per seguire Gesù, c’è una via da seguire, c’è una vita che merita di essere vissuta. La via dei discepoli di Gesù.
Matteo apre la sua casa a pubblicani e peccatori. La sua scelta, la sua risposta diventa invito per altri, apre possibilità che danno fondamento alla speranza. Ecco: la speranza. La presenza di Gesù alimenta la speranza; non solo l’aspettativa di quanto si può prevedere secondo calcoli e proiezioni, cose come gli scatti di anzianità, le prospettive offerte da concorsi e da necessità dell’istituzione; la speranza!
La speranza è sostenuta dalla promessa, dalla parola promettente di Gesù che non è venuto per i giusti, ma per i peccatori. La presenza di Gesù è promessa di guarigione per chi è malato, per chi è ferito. Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati (Mt 9,12). Dunque anche la mia ferita segreta può essere guarita. Forse ciascuno di noi riconosce di essere tra i malati e c’è chi si sente colpevole di una colpa che non può trovare perdono, di ma ferita che non si può rimarginare. Matteo e i suoi amici hanno sperimentato che c’è un medico che può guarire.
In casa di Matteo si fa festa. La festa risulta sospetta: da un lato ci sono gli esperti della legge che deve custodire la purità del popolo eletto che non può mescolarsi con pubblicani e peccatori, d’altro lato ci sono i discepoli del digiunatore che ritengono che per onorare Dio è necessario fare penitenze e digiuni. Ecco: la religione. Alcuni la interpretano come la pratica di un regolamento, di una legge, altri la interpretano come una pratica di sacrifici e penitenze che servono a guadagnarsi il favore di Dio.
Gesù rivela che Dio vuole misericordia, non sacrificio (misericordia io voglio e non sacrifici: Os 6,6).
La verità di Dio è la misericordia: Dio è Padre e ha mandato il figlio nel mondo per salvare il mondo, per richiamare i figli smarriti alla certezza di essere amati e chiamati a partecipare alla sua vita.
Siamo chiamati a vivere la festa della Guardia di Finanza ispirandoci al Patrono san Matteo: tre spunti possono incoraggiare la nostra gioia e la nostra celebrazione:
- Non stare seduto, sei chiamato a stare in piedi: la grandezza della tua vocazione.
- Non ritenere inguaribile il tuo male, inestirpabile tua colpa: Gesù è venuto per i malati.
- Non credere che Dio gradisca penitenze e mortificazioni: vuole in primo luogo la misericordia.