- Rispondere alla vocazione.
Da dove viene la rabbia che tanta gente si porta dentro? Da dove viene lo scoraggiamento che paralizza tante persone? Da dove viene quello sperpero di tempo, di giovinezza, di talenti che impoverisce tante giovinezze? Da dove viene quell’istinto a sfogare la rabbia fino a far del male a sé stessi e fino a far del male alle persone vicine e fino a rovinare l’ambiente, le cose, i muri del nostro vivere quotidiano?
Altri diranno delle radici del malessere che segna molte giovinezze.
Io dirò della voce che chiama, dell’amicizia affidabile che accompagna, della promessa che alimenta la speranza invincibile.
Io dirò della voce che chiama: “Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura”.
Io dirò della voce che chiama e chiamando dice la stima, la fiducia, l’invito al coraggio e all’audacia: ho fiducia in te, so che tu puoi affrontare le fatiche e superare le prove. Non stare troppo a lamentarti di come è fatto il mondo, prova a cambiarlo, non pretendere di essere servito e che le condizioni siano favorevoli. Mettiti a servire e crea le condizioni favorevoli: tu sei capace. Non da solo, non in qualsiasi modo, non con un esito positivo garantito: ma tu sei capace. Non come uno che inizia da capo la storia del mondo, ma con la gratitudine e l’umiltà di chi raccoglie una eredità: io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati alla loro fatica.
Io dirò della voce che chiama e chiamando provoca alla responsabilità: “Hai ricevuto delle possibilità, dei talenti, delle occasioni, fa in modo che portino frutto, dovrai rendere conto di come hanno fruttificato i tuoi talenti”.
Io dirò della voce chiama e chiamando rivela che la vita è promettente, che è desiderabile vivere, vivere bene. La vita è promettente non perché sia facile, ma perché può essere vissuta per amore; la vita è promettente non perché corrisponda alle aspettative, ma perché ogni situazione può essere interpretata come occasione propizia per amare.
Io dirò della voce che chiama e chiamando insinua un principio critico per non accontentarsi, per non rassegnarsi, per contestare l’ingiustizia, per reagire a quanto offende la dignità propria e degli altri. Un principio critico per non lasciarsi sedurre ingenuamente dal fascino di una tecnologia senz’anima e senza etica. Un principio critico per non adeguarsi senza pensiero, per non censurare mai la domanda sul perché delle cose e delle scelte, troppo assorbiti dalla domanda sul come e sul rapporto investimento/profitto.
- Protagonisti del cambiamento.
Quale futuro vogliamo disegnare? Si dice che il cambiamento, come dice questa città dell’innovazione, è inevitabile e ingovernabile, come di una locomotiva che si lancia a tutta velocità verso una destinazione ignota e corre e corre e i passeggeri possono solo riempire di chiacchiere o di feste le loro carrozze, ma non possono decidere della direzione, della velocità, del paesaggio.
Si dice che il cambiamento è necessario perché il sistema non regge, il disagio è insopportabile, i danni provocati da questa economia e da questo modo di lavorare sono intollerabili.
Altri potranno dire parole più pertinenti.
Io dirò solo dell’alleanza. Io dirò dell’alleanza che stabilisce un rapporto di fiducia con Dio e tra i suoi figli e le sue figlie.
Io dirò dell’alleanza che convince a camminare insieme, a pensare insieme, ad affrontare insieme le sfide, a convocare con determinazione le competenze e le responsabilità politiche, economiche, scientifiche.
Io dirò dell’alleanza che pretende la stima reciproca, l’ascolto delle ragioni degli altri, la franchezza nel dire le proprie ragioni.
Io dirò dell’alleanza che esige di condividere risorse e possibilità, nella persuasione che il bene comune è più desiderabile e promettente dei vantaggi individuali.
In questa veglia siamo convocati per pregare e per ascoltare una parola che venga da Dio.
In altri contesti e in altri momenti si deve affrontare il tema del lavoro, dei giovani, del cambiamento nella sua complessità.
In questo momento possiamo ascoltare due parole che vengono da Dio: la parola che chiama, la parola che convoca per l’alleanza.